Gli ex presidenti dell’Intergruppo Caccia del Parlamento europeo, Michl Ebner, Presidente dal 1999 al 2009, Véronique Mathieu, Presidente nel periodo 2009-2014; Karl-Heinz Florenz, Presidente dal 2014 al 2019, in una lettera aperta contestano apertamente l'attuale direzione della FACE (Federazione europea per la caccia e la conservazione), esprimendo disaccordo sulle scelte intraprese.
"Il malcontento delle comunità rurali - vi si legge - ha fortemente caratterizzato la legislatura europea appena conclusasi. Le rivendicazioni degli agricoltori sono ampiamente condivise dai cacciatori, contrariamente a quanto FACE ha tentato di rappresentare. Abbiamo deliberatamente aspettato la fine delle elezioni europee prima di rendere pubblico il nostro disagio per quanto riguarda il trattamento della caccia al Parlamento europeo".
"In quanto ex presidenti dell’Intergruppo Caccia del Parlamento europeo, guardiamo con preoccupazione a ciò che è avvenuto nel corso della legislatura passata: La maniera con cui sono stati trattati temi delicati come il Green Deal, con le sue ramificazioni la strategia Dalla fattoria alla tavola e la Legge europea sul ripristino della natura, il divieto di importazione dei trofei di caccia (5 ottobre 2022), la Direttiva sulla tutela penale dell’ambiente (EU2024/1203), che sembrava scritta dalle organizzazioni anti-caccia, non hanno portato la FACE a condurre una adeguata azione di lobby nell’interesse dei cacciatori. A ciò si aggiunge l’offerta di sostegno incondizionato del presidente della FACE al Commissario europeo per l’ambiente nell’ambito della discussione sulla Legge sul ripristino della natura. Invece di esigere garanzie per la caccia, la FACE si dà ad un atto di sottomissione inspiegabile".
Gli ex presidenti scendono nel dettaglio: "Mentre tre commissioni parlamentari respingono la Legge sul ripristino della natura, la FACE non solleva alcuna obiezione a una proposta che compromette profondamente il principio dell’uso sostenibile e il diritto di proprietà. Di fronte al crollo politico della più grande politica dell’UE, ossia la PAC, la FACE non va oltre alla formulazione di commenti tecnici sul «BCAA 85 » come se non fossero state proprio misure come questa a provocare la collera degli agricoltori". "Tutto ciò significa per noi che manca una chiara capacità di analizzare gli sviluppi politici. C’è una mancanza di presenza e di impatto. C’è una mancanza di visione" sentenziano.
Secondo gli ex rappresentanti dell'Intergruppo Caccia in Ue, la FACE si sarebbe "incondizionatamente schierata dalla parte della Commissione europea" e "non sempre serve gli interessi della comunità dei cacciatori". Le accuse continuano: le attività dell'intergruppo sarebbero diventate irrilevanti, FACE avrebbe ignorato il ruolo dei parlamentari, "cadendo troppo facilmente nella trappola della partigianeria politica".
Gli ex Presidenti sostengono che sia mancato il lavoro di coordinamento, che ha portato, per esempio il 48% dei 133 membri dell'Intergruppo caccia a votare a favore di un articolo contro la caccia sulla risoluzione contro l'importazione dei trofei. Infine si cita l'insuccesso della campagna di raccolta firme (360 mila in tutto). "Dove sono i 7.000.000 di cacciatori di cui si fregia la FACE? Occorre riconoscere che non sia stata capace di motivarli" scrivono.
Richieste degli ex presidenti
Gli ex presidenti chiedono un maggiore impegno di FACE nella difesa degli interessi dei cacciatori, inclusa una cooperazione più intensa ed efficace con il Parlamento Europeo. Essi sottolineano l'importanza di:
- Riconoscimento della caccia come metodo di gestione della fauna selvatica.
- Maggiore indipendenza critica e visione strategica da parte di FACE.
- Azioni di lobbying più efficaci per influenzare le decisioni legislative in favore della comunità dei cacciatori.
Concludono esprimendo la necessità di ricostituire un Intergruppo "Caccia" che possa rappresentare e difendere adeguatamente i diritti e gli interessi dei cacciatori a livello europeo.
Qui la lettera integrale