L'Ufficio Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali Federcaccia commenta favorevolmente la recente approvazione del regolamento comunitario sul Ripristino della Natura, denominato anche Nature Restoration Law, criticando la posizione contraria dell'Italia al momento del voto.
"Si tratta di una normativa fondamentale per il recupero di tutti gli ambienti naturali, agrari, forestali e anche urbani e un’occasione unica per dare finalmente una svolta al ripristino anche degli habitat per la fauna selvatica di interesse venatorio" scrive Fidc.
"Questa nuova legge, infatti - spiega - , offre l’opportunità alla politica ambientale UE di allontanarsi dalla “protezione” rigorosa delle specie e delle aree protette e di indirizzarsi invece verso la conservazione degli habitat senza instaurare limitazioni a priori delle attività antropiche".
Viene così stabilito - continua Fidc - che tutti gli habitat terrestri, marini e fluviali in cattive condizioni dovranno essere ripristinati con tempistiche che vanno dal recupero del 30% dei territori degradati per ogni stato entro il 2030, al 60% entro il 2040 fino al 90% entro il 2050".
Ci sono anche i requisiti specifici necessari per il ripristino degli ecosistemi e quali gli indicatori da utilizzare per valutarne il risultato. "Tra questi indicatori, precisa Fidc, c’è anche la misurazione dell’aumento delle popolazioni selvatiche di uccelli, a conferma ulteriore degli effetti positivi che deve avere l’attuazione di questo regolamento negli habitat per la fauna selvatica".
Il successo di questa normativa dipenderà soprattutto dalla attuazione da parte degli Stati membri di validi “Piani nazionali di ripristino”. Su questo punto il Ministero dell'Ambiente si è attivato per redigere il Piano Nazionale con validità fino al 2030.
Federcaccia ha chiesto da subito che nei gruppi di lavoro del summenzionato piano ci siano anche i rappresentanti del mondo venatorio, quali gestori principali del territorio e protagonisti della conservazione e dei ripristini degli habitat naturali. Nei prossimi giorni sarà formalizzata questa richiesta al MASE, al MASAF e al Governo italiano.