"E’ con molto rammarico che ci rendiamo conto che, anche stavolta, c’è toccato in sorte il ruolo del grillo parlante. Si salva molto poco della originaria proposta Bruzzone di modifica della ln 157/92". Lo scrive in una nota l'Arci Caccia, sottolineando che "la sbandierata rivoluzione della caccia si è trasformata nella peggiore presa in giro elettorale mai vista".
Secondo l'associazione sono "patetici" i tentativi "di dare la colpa all’ostruzionismo dei cinque stelle quando il governo, con un atto politico inequivocabile, si è schierato contro gli emendamenti presentati dalla stessa maggioranza".
"Certo - continua la nota - , molte delle proposte ci lasciavano scettici, o sul piano del merito o del metodo, altre le condividevamo, ma comunque eravamo certi che questa sarebbe stata la conclusione della vicenda".
Secondo l'Arci Caccia, l'unica considerazione possibile è che "in Italia, quale che sia il colore del Governo, non ci sono i presupposti per cambiare in meglio la 157/92, al netto di pasticci come la famosa “comunitaria” e la più recente vicenda dell’art 19. Continuiamo a pensare che la 157/92 sia un’ottima legge, che rappresenta ancora, nonostante siano passati più di trent’anni, il miglior compromesso a tutela della caccia e dei cacciatori". "Noi continuiamo a chiedere la relazione sullo stato di attuazione della legge, l’aspettiamo da trent’anni, consapevoli che solo questo strumento sarebbe in grado di dirci se e dove intervenire con correzioni".