"Questa misura ha l'obiettivo di ristabilire l’equilibrio biologico dell'ecosistema, in quanto la presenza di cinghiali lo aveva scompensato in maniera letale creando gravi conseguenze. I danni da fauna selvatica sono oramai incalcolabili e i dati sono allarmanti. Con questo provvedimento ribadiamo, quindi, l’ascolto e l’impegno a tutela degli interessi degli agricoltori, dando loro la facoltà di usare gli strumenti di contenimento indispensabili per la salvaguardia delle loro produzioni". Lo ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, alla Caccia e alla Pesca, Giancarlo Righini in merito al Piano per il contenimento della peste suina africana approvato dalla Giunta del Lazio.
Nello specifico la decisione della Giunta regionale, oltre ad acquisire l’aggiornamento del Piano straordinario regionale per le aree non infette e limitatamente alla specie cinghiale (decreto ministeriale del 13 giugno 2023), riconosce l’importante ruolo delle aziende del settore agricolo e delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative, attivando le misure volte a favorire un loro maggiore coinvolgimento, sia nel momento della segnalazione sia direttamente nella fase di attuazione del Piano regionale degli interventi urgenti.
"La Regione Lazio definisce, altresì, le modalità di valorizzazione della filiera per la commercializzazione delle carni di cinghiale, quale risorsa del territorio, attraverso la promozione legata ai marchi di qualità regionale. Inoltre, il piano è attuato, a eccezione di quanto previsto nelle aree naturali protette, sia con il prelievo venatorio sia con gli interventi di controllo e di contenimento senza restrizioni, insieme con le tecniche innovative".
Nel comunicato della Regione, si specifica che la Direzione regionale dell’Agricoltura stabilirà, viste le indicazioni del piano straordinario, gli obiettivi minimi annuali ripartiti sul territorio e, nel corso dello svolgimento delle attività, valuterà i risultati raggiunti e le modalità di implementazione e diminuzione degli stessi. A tal proposito, la Direzione competente assegnerà gli obiettivi ai singoli Ambiti territoriali di caccia (Atc), i quali saranno obbligati a presentare un piano di intervento per il territorio di competenza, al pari degli istituti faunistici a gestione privata della caccia: dalle aziende faunistico venatorie alle aziende agrituristico venatorie fino alle zone addestramento cani.
Nelle aree protette regionali gli interventi di controllo saranno attuati direttamente dagli enti gestori, mentre i Comuni e i Municipi di Roma Capitale possono chiedere di attuare gli stessi provvedimenti nelle loro aree urbane, fermo restando la possibilità per i sindaci di emanare ordinanze contingibili e urgenti per la salvaguardia della pubblica incolumità. Infine, le imprese agricole, attraverso le associazioni di categoria maggiormente rappresentative, potranno sollecitare l’intervento dei soggetti attuatori dei Piani, così come i cittadini avranno la possibilità di segnalare la presenza di cinghiali alla Regione Lazio, al Gruppo operativo territoriale (Got) locale di riferimento e alle forze dell’ordine in caso di inadempienza dei soggetti attuatori.
Con l’aggiornamento del Piano regionale degli interventi urgenti (Priu) si consolida la collaborazione con le organizzazioni professionali agricole e si definisce un sistema idoneo per la denuncia dei danni, grazie al lavoro di coordinamento tra i diversi soggetti preposti al risarcimento, al fine di raggiungere una omogeneità sui criteri di rilevamento, quantificazione e rimborso.