Dopo le scottanti sconfitte degli scorsi anni, con un fallimento a tratti grottesco su tutta la linea per le evidenti carenze organizzative e di coordinamento (nel 2023 continuarono a raccogliere firme anche a termini scaduti pensando di poterle autenticare), gli animalisti tentano per l'ennesima volta la via del referendum per abolire la caccia. Il 26 giugno scorso, sulla Gazzetta Ufficiale, sono stati infatti pubblicati gli annunci relativi a due nuove richieste di referendum abrogativo sulla caccia. La Corte di Cassazione, in data 25 giugno 2024, ha infatti accolto la richiesta di 12 cittadini italiani, di voler promuovere la raccolta di almeno 500.000 per le seguenti richieste abrogative:
«Volete voi che sia abrogato l'art. 19 ter "Leggi speciali in materia di animali" delle disposizioni di coordinamento e transitorie del codice penale regio decreto 28 maggio 1931, n. 601, introdotto dall'art. 3 legge 20 luglio 2004, n. 189 "Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio", limitatamente alle seguenti parole: "di caccia" e "nonche' dalle altre leggi
speciali in materia di animali"?».
«Volete Voi abrogare l'art. 842 del codice civile, approvato con R.D. del 16 marzo 1942 n. 262, limitatamente a: Rubrica "Caccia e"; primo comma "Il proprietario di un fondo non puo' impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno" e secondo comma "Egli puo' sempre opporsi a chi non e' munito della licenza rilasciata dall'autorita'"?».
Come già si era tentato in passato, si tenta di elimiare la caccia tra le eccezioni previste dall'ambito di applicazione del Codice penale in merito ai Delitti contro il sentimento per gli animali (nello specifico riguardante il reato di Uccisione di animali), nonchè di abolire il diritto dei cacciatori di entrare nei terreni privati (842). I due referendum sono depositati dal Comitato Ora per il rispetto di tutti gli animali. Dalla pubblicazione gli animalisti avranno a disposizione 3 mesi per raggiungere quota 500 mila firme per ognuno dei due quesiti affinchè possano essere proposti alla popolazione.