Riceviamo e pubblichiamo:
Il Consiglio regionale del Veneto, nella seduta del 30 luglio u.s. è stato costretto a rinviare in Commissione il testo della proposta di legge sulle cacce in deroga per la stagione venatoria 2009/2010.
Per la prima volta dal 2002, anno in cui il Parlamento nazionale ha approvato la legge 221 sulle cacce in deroga, predisposta dall’allora consigliere particolare del Ministro Alemanno, il Consiglio regionale del Veneto non è riuscito ad approvare la legge sulle deroghe.
La ragione di questa mancata approvazione è semplice e va resa pubblica per evitare qualsiasi strumentalizzazione e qualsiasi tentativo di addossare ad altri le proprie responsabilità.
Mentre dal 2002 la Regione del Veneto ha permesso ininterrottamente ai cacciatori di questa regione la cacciabilità delle specie in deroga, quest’anno sono successi fatti nuovi che riteniamo doveroso rendere noti.
I dirigenti della Federazione Italiana della Caccia hanno stretto un accordo con i dirigenti della Lega Nord, tanto da eleggere Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona al quale è stata data la licenza di caccia da pochi mesi, a presidente regionale della Federcaccia.
L’obiettivo dei dirigenti della FIDC è quello di utilizzare una forza politica come la Lega Nord per tentare di arrestare l’ascesa dell’Associazione Cacciatori Veneti –CONFAVI che in pochi anni è diventata la seconda associazione per numero di iscritti a livello nazionale e regionale, di gran lunga la prima in provincia di Vicenza.
L’obiettivo della Lega Nord è quello di tentare di erodere il crescente consenso elettorale incarnierato dall’on. Sergio Berlato e dall’Assessore regionale Elena Donazzan i quali, grazie anche al supporto dell’Associazione Cacciatori Veneti-CONFAVI, hanno saputo costruirsi una solida credibilità presso i praticanti l’attività venatoria, sia in Veneto che nel resto d’Italia.
Questi interessi convergenti sono alla base dell’accordo tra FIDC e Lega Nord.
Ecco il motivo per il quale la Lega Nord ha voluto strafare nella propria proposta di legge sulle cacce in deroga per la stagione 2009/2010, non limitandosi ad appoggiare la proposta dell’Assessore Donazzan che prevedeva la cacciabilità di fringuello, peppola, storno, pispola e prispolone, ma imponendo l’inserimento di altre sei specie, per la maggior parte delle quali mancava il previsto parere obbligatorio dell’INFS (ora ISPRA).
Ecco il motivo per il quale i verdi e le opposizioni di centro sinistra in Consiglio regionale del Veneto hanno alzato le barricate, presentando seimila emendamenti contro la proposta della Lega ed obbligando quindi il Consiglio a rinviare la proposta di legge in Commissione fino a dopo l’estate.
Qualcuno diceva che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina.
Conoscendo la ben nota avversione di molti dirigenti della Federcaccia per le cacce in deroga, non vorremmo che gli stessi avessero spinto i Consiglieri regionali della Lega Nord, la cui conoscenza per le tematiche venatorie può solo che migliorare, a presentare un numero volutamente eccessivo di specie da cacciare in deroga proprio per provocare il blocco di tutta la legge e quindi l’impossibilità di rendere cacciabili anche quelle specie che nel Veneto, grazie all’on. Sergio Berlato, all’Assessore Elena Donazzan e all’Associazione Cacciatori Veneti-CONFAVI, sono state cacciate ininterrottamente dal 2002.
Se questo è il primo risultato dell’accordo FIDC-Lega Nord, invitiamo tutti i cacciatori ancora iscritti a Federcaccia e quelli simpatizzanti della Lega Nord a fare delle attente riflessioni ed a trarne le opportune conseguenze.
Segreteria regionale Associazione Cacciatori Veneti-CONFAVI