A seguito della richiesta del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida alle associazioni venatorie sui punti della riforma della legge 157/92, l'Enalcaccia lo scorso 31 luglio, ha inviato una serie di proposte. Eccole di seguito:
CALENDARI VENATORI - L’Enalcaccia ritiene che approvarli con una legge non sia la scelta più indicata, perché in caso di ricorsi da parte di associazioni anticaccia si rischia di dover affrontare la procedura davanti alla Corte Costituzionale che produrrebbe effetti negativi per lungo tempo. Anche prevedere una durata quinquennale dei Calendari può creare problemi: in cinque anni la consistenza di alcune specie può cambiare, rendendo necessario modificarne il prelievo. È invece necessario che nei Calendari siano presenti i Piani Faunistici Venatori Regionali, come chiede la Legge attuale, e che sia acquisito il parere del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale e dell’Ispra.
Secondo Enalcaccia dunque la normativa potrebbe essere integrata/perfezionata con due previsioni: prevedere che in caso di ricorso ai TAR le Associazioni Venatorie Nazionali Riconosciute abbiano titolo ad intervenire “quali parti necessarie” nel giudizio; in caso di sospensiva anticaccia al Tar, in prossimità della riapertura della stagione venatoria e con rinvio al “merito” a lunga data, prevedere che resti in vigore il Calendario Venatorio dell’anno precedente, con ciò consentendo lo svolgimento dell’attività venatoria, nei termini e nei limiti di prelievo e di orari fissati, appunto, dal Calendario Venatorio Regionale del precedente anno.
ATC. Il continuo cambiamento dei Regolamenti che ruotano attorno alla gestione del territorio e, a volte, delibere di commissariamento senza un’adeguata e sostenibile motivazione e senza un preventivo confronto in ambito territoriale con i soggetti interessati portano a conclusioni e nomine di soggetti non sempre dotati di specifica competenza tecnica. È necessario anche prevedere una più puntuale specificazione circa la presenza negli Organi di Gestione di tutte le Associazioni Venatorie Riconosciute presenti nella Regione e, solo dopo, prevedere una ripartizione proporzionale al numero degli iscritti, sempre nella Regione, dei restanti posti.
In molte Regioni italiane la composizione dei direttivi degli ATC può essere considerata non democratica in quanto i rappresentanti di associazioni venatorie sono spesso nominati secondo modalità discriminanti rispetto ad alcune Associazioni Venatorie presenti, pur se con una ridotta consistenza e precisamente: due rappresentanti della associazione venatoria maggiormente rappresentativa, uno alla seconda e nessuno alle rimanenti.
DA SPECIE PROTETTE A SPECIE CACCIABILI - È necessario prevedere uno specifico richiamo riguardante la gestione delle specie sovrannumerarie (e da ultimo anche di quelle aliene) anche per poterne valutare qualche sorta di contenimento. Tipico, ma non unico esempio, lo storno, presente in enormi quantità che, dati regionali alla mano, sta procurando gravissimi danni al settore agricolo, specialmente vitivinicolo e nel settore dei frutteti e uliveti.
CARTUCCE AL PIOMBO - E’ necessario delimitare con esattezza le zone di caccia con riferimento al trasporto di munizioni al piombo, con puntuale specificazione delle zone umide, ad evitare l’incorrere in sanzioni e per consentire che in zone umide, ma non dichiarate tali, il cacciatore possa transitare senza errori e senza angosce.
In proposito oltre a un diffuso allarme precedente, sono purtroppo ancora da segnalare alcuni casi di denunce da parte di agenti di P.S. a cacciatori per l’uso e la detenzione di cartucce al piombo in prossimità di zone umide, con dichiarata applicazione del Regolamento europeo considerato predominante rispetto alla normativa nazionale. Per superare tale non facile situazione potrebbe essere perseguita a livello Europeo una modifica o una chiarificazione dell’esistente Regolamento facendo riferimento a “piccole quantità” di cartucce o alla provata detenzione delle stesse solo per attraversare una zona umida e non per svolgere attività di caccia.
REVISIONE DEI KEY CONCEPTS - E’ opportuna l’attivazione di un TAVOLO che consenta l’esame completo e approfondito di tutte le problematiche connesse. È da considerare con favore il ripristino degli impianti di cattura (i cosiddetti roccoli) che in passato hanno avuto una grandissima importanza dal punto di vista scientifico. Tali impianti potrebbero fornire dati reali e certificati da ente pubblico utili per i Key concepts e per stilare i calendari venatori. In tal modo i Key concepts sarebbero sempre aggiornati e si potrebbero avere richiami vivi perfettamente leciti e a costo zero per i cacciatori stessi. Per l’acquisizione di dati certi, potranno risultare utili e validanti studi di Università che produrranno documentazione certa sui periodi di migrazione piuttosto che sulle fly way ai quali l’ISPRA, ed a seguire eventualmente anche i TAR, dovrebbero attenersi.
GUARDIE VOLONTARIE - La normativa, da ultimo modificata, deve essere integrata con la parola “nazionali” ad evitare dubbi interpretativi. Quando si parla di Associazioni Venatorie Nazionali la dizione esatta e completa deve essere “Associazioni Venatorie Nazionali Riconosciute”.
REFERENDUM - RACCOLTA FIRME ON-LINE - L’argomento non rientra nella specifica competenza del MASAF, ma è di preoccupante, prevedibile sviluppo. La raccolta firme richieste per attivare la procedura referendaria, alla luce della ipotesi di attivare la piattaforma governativa per la raccolta firme elettronica, ove non puntualmente regolamentata e fermamente attuata, potrebbe rendere estremamente facile avviare procedure referendarie contro la caccia, “ma non solo”. L’argomento merita pertanto uno studio a vasto spettro e una attenta, urgente considerazione collettiva anche da parte della Cabina di Regia.
VALICHI ALPINI - Altro argomento da definire è quello dei Valichi Alpini, non solo riferito alla zona Alpi ma anche a Valichi Appenninici per i quali una più chiara e non penalizzante normativa appare necessaria.
Secondo l’Enalcaccia, per tradurre tali proposte in norme operative, le strade da seguire potrebbero essere le seguenti: la presentazione di un Disegno di Legge governativo (con eventuale seguito di Decreto Legge) e l’individuazione di un percorso privilegiato in sede Parlamentare per l’esame degli argomenti da affrontare.