E' ancora una volta un'associazione ambientalista a mettere in discussione una pratica ritenuta necessaria dalle istituzioni provinciali e regionali di tutta Italia: la caccia di selezione.
Lo si apprende in particolar modo dalle parole di Guido Scoccianti, responsabile del Settore Caccia di Wwf Toscana “E’ evidente – dice - che una tale attività, al di là degli effetti sulla fauna selvatica (sia sulle specie oggetto di prelievo che sulle altre, per la possibilità di abbattimento anche di specie non consentite), comporta anche gravi rischi per la sicurezza delle persone, cacciatori e non cacciatori. Il WWF da tempo chiede una serie di provvedimenti che avrebbero insieme un benefico effetto sulla tutela della fauna e sulla sicurezza dei cittadini, cacciatori compresi”.
Fra questi, Wwf chiede il divieto di cacciare prima dell’alba e dopo il tramonto (attualmente la caccia agli ungulati è permessa un'ora prima dell'alba e fino ad un’ora dopo il tramonto) e “il divieto di cacciare in altre situazioni di scarsa visibilità”. Inoltre Wwf vorrebbe “l'attivazione da parte delle Province di specifiche e obbligatorie attività di sensibilizzazione e di formazione dei cacciatori e l'introduzione di specifiche e rigide norme comportamentali per le cacce più pericolose e in particolare per la caccia al cinghiale, la chiusura delle cacce in periodo estivo, l'esclusione dalla caccia delle aree maggiormente interessate dalle attività turistiche e agrituristiche, maggiori controlli sull’idoneità fisica di chi chiede di ottenere la licenza di caccia”.
Sul rischio di incolumità per le persone, non possiamo che ricordare a questi ambientalisti che i selecontrollori non sono certo dei cacciatori improvvisati, ma che – forse il wwf non ne è a conoscenza – per avere l'abilitazione a questo tipo di pratica venatoria, oltre ad essere sottoposti ai rigorosi dettami della legge per l'ordinaria licenza di caccia, occorre seguire appositi corsi ed esami organizzati proprio dalle istituzioni, che ricorrono all'aiuto e alla competenza dei cacciatori per risolvere i problemi legati alla gestione degli ungulati.
Altrettanto non possiamo dire rispetto all'educazione ambientale dei normali cittadini che, improvvisati escursionisti della domenica, spesso corrono rischi mortali, in montagna, al lago, sui fiumi, per incompetenza e faciloneria. Gli incidenti di caccia esistono, così come esiste ed esisterà sempre un margine di errore umano in ogni sua attività. Wwf parla di 4 morti di caccia nella scorsa annata. Nessuna di queste morti, a quanto ci risulta è imputabile alla caccia di selezione estiva e in nessun caso, comunque si è trattato di escusionisti.