Come si temeva, il Tar della Lombardia, tramite decreto emanato il 14 settembre, ha accolto l'istanza cautelare chiesta dalle associazioni animaliste, sospendendo l'apertura della caccia prevista per domenica 15 settembre fino al 2 ottobre per alcune specie. Dalla Regione Lombardia è giunta una comunicazione che chiarisce gli effetti del provvedimento del Tar.
La nota evidenzia che: "la caccia a tutta l’avifauna è sospesa; la caccia a Lepre, Minilepre, Coniglio selvatico e Volpe è consentita, come da calendario, dal 15 settembre p.v.; l’attività di prelievo degli ungulati è consentita secondo le disposizioni vigenti e l’attività di addestramento cani è consentita secondo le disposizioni del calendario venatorio. Poiché gli atti impugnati non riguardano gli istituti faunistico venatori a gestione privata, il decreto monocratico non si applica a tali istituti, ad eccezione dell’avifauna migratoria non allevata, per la quale il prelievo è sospeso".
Tra le prime reazioni si registra quella del consigliere regionale di FdI Pietro Macconi, secondo cui "questa caporetto politica ci obbliga a ricordare con forza alla dirigenza del settore caccia della Regione, all'Assessore Beduschi, al Presidente Fontana, al Ministro Lollobrigida, ai Sottogretari di vario genere e grado, che i pannicelli caldi non sono mai serviti, e che il tentennare ed il temporeggiare non producono giustizia, risultati né consensenso. E' ora di cambiare azione e strategia", sentenzia.
Altra reazione a caldo, è quella del Presidente Fidc Lombardia Marco Bruni, che ha pubblicato il seguente video sui social.