Il Tar del Veneto ha parzialmente accolto il ricorso presentato da diverse associazioni ambientaliste, tra cui la Lega per l'Abolizione della Caccia, WWF Italia, LIPU e LAV, contro il calendario venatorio 2024-2025 approvato dalla Regione Veneto. Il ricorso mirava a sospendere l'efficacia delle delibere regionali che consentivano l’apertura della caccia a partire dal 15 settembre 2024 per diverse specie.
Il TAR ha stabilito che il principio di precauzione, in merito alla protezione della fauna, deve prevalere e ha ordinato la sospensione della caccia a diverse specie, (quaglia, starna, fagiano, germano reale, folaga, gallinella d'acqua, alzavola, mestolone, canapiglia, porciglione, fischione, codone, marzaiola, beccaccino, frullino, moriglione, beccaccia, Tordo sassello, Tordo bottaccio e Cesena), fino al 2 ottobre 2024, data raccomandata dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Inoltre, sono state limitate le giornate di caccia in appostamento all'allodola e per sassello, tordo bottaccio e cesena nelle province di Treviso, Verona e Vicenza nei mesi di ottobre e novembre 2024, mentre è stato richiesto alla Regione di rivedere i limiti giornalieri e stagionali di prelievo per mestolone, marzaiola e tordo sassello.
Il TAR ha fissato l'udienza pubblica per la discussione nel merito il 14 novembre 2024.
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