Il Consiglio Europeo ha approvato la proposta di declassamento del lupo, da specie super protetta a specie protetta. Nella riunione odierna, gli stati membri del Coreper hanno approvato la richiesta di modifica della Convenzione di Berna, che, come richiesto ormai da anni, dovrebbe indicare il lupo nell'allegato III, decretando il passaggio dalla protezione rigorosa del lupo a quella semplice. La decisione è dunque rimandata alla prossima riunione della Convenzione di Berna che si terrà a dicembre.
Un cambiamento necessario per permettere ai Paesi membri di intervenire in situazioni di squilibrio, laddove le predazioni sono consistenti e rendono impossibile il lavoro degli allevatori, nonchè in quelle situazioni in cui il lupo è divenuto troppo confidente e si avvicina ai centri abitati.
I commenti:
L'eurodeputato della Lega Anna Maria Cisint, in una nota sottolinea che "il prossimo, decisivo step, riguarderà la modifica della convenzione di Berna, per la quale il segretariato discuterà la proposta a dicembre. Una buona notizia per tutti quegli allevatori che continuano a subire attacchi e ingenti perdite del proprio bestiame”.
"La riunione di oggi Coreper - dichiara in un video l'eurodeputato Pietro Fiocchi - ha deciso di dare istruzioni alla Commissione di preparare la procedura di declassificazione del lupo. Hanno votato quasi tutti a favore, con l'eccezione di Spagna e Irlanda e l'astensione di Slovenia, Malto e Cipro. La Germania che mi preoccupava ha votato a favore, così come la Francia e l'Italia". "Tenete incrociate le dita, il primo passo è andato a buon fine" chiude Fiocchi.
Anche il consigliere regionale del Veneto Tommaso Razzolini si compiace per questo "primo passo verso l’auspicabile risoluzione di una situazione ormai fuori controllo: la vicinanza sempre più stretta del lupo ai centri abitati. Le segnalazioni d’allarme continuano a ripetersi anche in Veneto, da ultima nel veronese”.
Paolo Borchia, capodelegazione della Lega al Parlamento europeo e segretario provinciale della Lega evidenzia: "Inaccettabile che ci siano voluti anni per riconoscere una realtà sotto gli occhi di tutti. Il problema, finalmente preso in considerazione anche in conformità con la Convenzione di Berna, rappresenta un primo passo fondamentale verso l'implementazione di strumenti di gestione efficaci”. "È fondamentale, come avevo già ribadito attraverso un’interrogazione al Consiglio dell’Ue la settimana scorsa - sottolinea Borchia - , riportare il numero di lupi a livelli sostenibili, tenendo conto delle esigenze del territorio e delle comunità locali”..
Per la FACE si tratta di una vittoria su tre fronti: per la Direttiva Habitat, che dimostra di potersi adattare ai successi conservativi; per il funzionamento delle istituzioni europee, capaci di prendere decisioni politiche quando necessario, dimostrando la loro efficienza nel bilanciare la conservazione e la gestione della fauna e infine per la popolazione dei lupi, in crescita dell'dell'81% negli ultimi 10 anni, e diffuso in nuove aree.
Il cambiamento di status - fa notare la FACE - deriva da numerose richieste degli Stati membri, con quattro risoluzioni del Parlamento Europeo negli ultimi cinque anni. La Commissione Europea ha lanciato nel 2023 un'iniziativa per aggiornare i dati sui lupi, coinvolgendo comunità locali, scienziati e altre parti interessate.
Il passaggio dall'allegato II all'allegato III della Direttiva Habitat - sottolinea la Federazione europea - non mette in discussione gli obblighi legali di conservazione. Gli Stati membri manterranno comunque la responsabilità di garantire lo status favorevole della specie, ma avranno maggiore flessibilità nella gestione territoriale.
Anche il Consiglio Internazionale per la Conservazione della Fauna Selvatica e della Caccia (CIC) accoglie con favore il passo decisivo compiuto dagli Stati membri dell'UE per avviare il processo di riduzione dello status di protezione del lupo nell'ambito della Convenzione di Berna. Questa decisione, attesa da tempo - scrive in una nota - , rappresenta un significativo progresso per le comunità rurali, gli agricoltori e i conservazionisti.
Questa decisione - continua il CIC - apre anche la strada a possibili aggiornamenti della Direttiva Habitat dell'UE, consentendo ai paesi di adottare strategie di gestione che riflettano le esigenze locali, garantendo al contempo la conservazione a lungo termine dei lupi a livello di popolazione.