Il Tar della Lombardia ha respinto il ricorso presentato dagli animalisti (Lac, Wwf, Lipu, Lndc e LAv) contro il calendario venatorio 2024 - 2025. Le associazioni contestavano le date di apertura e di chiusura per la caccia ad alcune specie di uccelli.
Il ricorso, che chiedeva anche la sospensione dei provvedimenti impugnati, era stato in parte accolto con un decreto cautelare che ha bloccato l'inizio anticipato della caccia al 15 settembre, consentendola solo a partire dal 2 ottobre 2024. Tuttavia, il TAR ha ritenuto infondati i principali motivi del ricorso, rigettando la richiesta di dichiarare incostituzionale la legge regionale sulla caccia e respingendo le critiche legate al numero di giornate aggiuntive di caccia e al limite di abbattimento di alcune specie.
Nella sentenza, il TAR ha sottolineato che la normativa italiana e quella europea non vietano la caccia, considerandola una tradizione culturale e sociale, se praticata in modo sostenibile. Inoltre, secondo i giudici, la Regione Lombardia ha giustificato adeguatamente le proprie scelte, basandosi su relazioni tecnico-scientifiche che in parte si discostano dai pareri non vincolanti dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra).
Le associazioni avevano sollevato anche preoccupazioni riguardo al presunto cattivo stato di conservazione di alcune specie di uccelli. Tuttavia, il TAR ha rigettato queste accuse, richiamando le classificazioni dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che indicano le specie in questione come "a basso rischio" (Least Concern).