Riceviamo e pubblichiamo:
COMUNICATO STAMPA
Federcaccia Toscana è convinta che Il “prelievo in deroga” non è la soluzione per la caccia: la via maestra da percorrere è quella della modifica dell’elenco delle specie cacciabili, con il reinserimento nell'art. 18 della 157/92 di quelle specie che normative comunitarie e rilevazioni scientifiche consentono.
Il primo passo che, pur con grave ritardo, speriamo si concretizzi al più presto riguarda lo storno, ora che la Commissione parlamentare ha unanimemente impegnato il Governo a fare quanto serve per accellerare le procedure In sede Comunitaria.
Il “prelievo In deroga” (che, come dice l’espressione stessa, è un fatto straordinario, “in deroga appunto) è tuttavia una pratica prevista dalle norme nazionali e comunitarie, alla quale ricorrono da anni, senza polemiche e problemi, molti Stati della Unione Europea non sole per “tutela delle produzioni agncole” (lettera b direttiva 79/409), o della salute e dell’incolumità (lettera a) ma anche per il cosiddetto “mantenimento delle tradizioni venatorie” (lettera c).
L’adozione delle deroghe, al contrario, in Italia è da sempre vicenda dalle mille contraddizioni. Provvedimenti adottati dalle Regioni facilitati dai Tribunali Amministrativi e dai Governi, altri che invece hanno prodotto i loro effetti senza intralci, altri ancora che hanno fatto attivare procedure d’infrazione da parte della Commissione Europea (con rischio di pesanti sanzioni economiche per lo Stato e per le Regioni).
In questo meccanismo perverso ad essere colpiti sono i cacciatori, privati di qualsivoglia certezza e sconcertati dalla disparità di trattamento, opportnnità e diritti che discende dall’essere residenti in questa o quella Regione.
La cronaca di queste settimane, a proposito di deroghe, dice che Lombardia e Veneto hanno adottato provvedimenti che regolamentano il prelievo di Fringuello e Peppola. La Lombardia ha legiferato, dopo che una sua precedente legge in materia era stata dichiarata incostituzionale, motivando (leggiamo dalle dichiarazioni in aula) che la nuova legge non corre rischi perché “... riconduce direttamente il provvedimento alla normativa europea e non più alla legge quadro regionale...”.
Federcaccia Toscana non intende chiedere alla Regione (alla quale diamo atto di avere tante volte dimostrato apprezzabile sensibilità ed equilibrio verso il mondo venatorio) atti Iegittimi e soprattutto, comportino sanzioni che graverebbero sulla Toscana, in particolare sul comparto rurale e di conseguenza anche sulla caccia, però è indispensabile sia urgentemente fatta chiarezza affinchè i cacciatori anche nel campo del prelievo in deroga abbiano garantite le medesime opportunità rispetto ad altre regioni.
Sollecitiamo pertanto la Regione Toscana a svolgere subito una verifica, tecnica e politica, del percorso adottato da Lombardia e Veneto e, nel caso di esito positivo, ad assumere gli atti conseguenti.
Firenze 11 agosto 2008
Federcaccia Toscana
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