Mentre si attende il pronunciamento del Consiglio di Stato sul Calendario Venatorio della Lombardia, in Regione sono in discussione una serie di emendamenti alla legge regionale 26/93, volti a migliorare e aggiornare la normativa venatoria.
Lo riferisce in una nota la Federcaccia di Brescia, sottolineando, tra le proposte più rilevanti, il tema dell'accesso ai Comprensori Alpini. Si mira ad acconsentire l'accesso di parenti in linea retta oltre la prima licenza, risolvendo l’attuale divieto che impedisce loro di cacciare negli stessi luoghi dei genitori. Vengono poi stabiliti contributi aggiuntivi per i grandi prelievi: tariffe extra per chi caccia un alto numero di ungulati, per coprire i costi di servizi come celle di sosta e recuperatori. Riguardo alla caccia alla volpe nelle ZRA si prevede la rimozione del divieto di prelievo nelle Zone a Ripopolamento e Ambientamento. Si propone di inserire la possibilità di addestrare i cani anche durante i giorni di caccia, senza l’obbligo di portare un’arma. Infine si richiede il riconoscimento dei terreni con acque stagnanti come aree di caccia, una volta rientrati nei confini naturali dei fiumi.
Alcuni emendamenti suscitano perplessità, come la proposta di consentire sanzioni aggiuntive a livello locale per comportamenti simili al bracconaggio. Sebbene la misura punti a contrastare abusi, si teme una disparità di trattamento tra territori.
La Commissione Agricoltura, guidata da Floriano Massardi, sta valutando le proposte. L’obiettivo è garantire che le modifiche rispecchino un equilibrio tra tutela ambientale, attività venatoria e buon senso legislativo. Nel frattempo, il mondo venatorio resta in attesa del verdetto del Consiglio di Stato, che potrebbe segnare una svolta significativa nella gestione della caccia in Italia.