Il Consiglio di Stato, con ordinanza del 6 dicembre, ha rigettato l'appello presentato da Lac, Wwf, Lipu, Lndc e Lav contro il calendario venatorio 2024 - 2025 della Regione Emilia-Romagna.
Le associazioni si sono appellate al principio di precauzione, collegandosi al rispetto dell'art. 9 della Costituzione, nel richiedere l'adeguamento al parere di Ispra. In particolare sulla preapertura, sulla chiusura della caccia ai turdidi e agli acquatici.
Il Consiglio di Stato ha invece ritenuto che la Regione abbia agito nel rispetto delle disposizioni legislative nazionali e comunitarie, motivando adeguatamente le scelte tecniche e discostandosi in modo legittimo dai pareri dell'ISPRA. La decisione di confermare il calendario venatorio è stata presa anche sulla base della relazione tecnico-scientifica del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale.
Le associazioni ambientaliste avevano inoltre chiesto una sospensione cautelare del calendario per salvaguardare le specie durante il delicato periodo migratorio. Tuttavia, la Corte ha stabilito che il "periculum in mora" prospettato non fosse sufficiente per giustificare la sospensione.