Il Ministero dell'Ambiente, con decreto firmato dal Direttore Generale per la Tutela della Biodiversità e del Mare, Francesco Tomas, ha nominato i membri del Comitato di gestione e del Tavolo di consultazione della Strategia Nazionale Biodiversità 2030. L’iniziativa, prevista dal decreto n. 252 del 3 agosto 2023, rappresenta l'attuazione della strategia nazionale, che punta a preservare e valorizzare il patrimonio naturale del Paese entro il 2030.
Il Comitato, presieduto da Stefano Masini (Presidente), è composto da rappresentanti dei Ministeri, delle Regioni e delle Province Autonome, e professionisti provenienti da vari ambiti istituzionali, tra cui cultura, istruzione, salute e infrastrutture. Grande escluso il mondo venatorio, che non ha alcun rappresentante.
Al Tavolo di consultazione partecipano infatti rappresentanti di associazioni ambientaliste, organizzazioni agricole, cooperative, e altre realtà economiche e sociali. Tra i membri, spiccano esponenti di WWF Italia, Federparchi, Coldiretti e Confindustria.
L'esclusione delle associazioni venatorie, prevista dalla stessa norma di recepimento, ha causato le prevedibili reazioni. Il Presidente Fidc, Massimo Buconi, in un video ha evidenziato che "qualcosa non ha funzionato". "Come Cabina di Regia Venatoria e Federcaccia - spiega -, avevamo provveduto a segnalare la cosa. Il Ministro cortesemente aveva risposto, e ci aveva rassicurato che avrebbe fatto il possibile per trovare comunque il coinvolgimento delle associazioni venatorie, riconoscendo il ruolo importante all'interno di questa strategia per la biodiversità. Ad oggi, però, a mesi di distanza, dobbiamo che gli atti non sono stati conseguenti alle intenzioni. Non intendiamo farci espellere da queste discussioni, così importanti per il futuro del nostro Paese. Per il futuro dell'Europa riteniamo di essere una componente importante ed essenziale, certo al pari degli altri, ma con la stessa dignità. E talvolta anche con qualche merito in più per essere operativi sul territorio. Federcaccia nei prossimi giorni, spero insieme alle altre associazioni venatorie rinnoverà, l'invito al ministro per l'Ambiente a riconsiderare la cosa e a trovare il modo per tenere coinvolte le associazioni venatorie in questa discussione".
Arcicaccia scrive: "Il cacciatore è un gestore dell’ambiente, che svolge la propria attività in simbiosi con la natura, migliorandola e conservandola, per poter prelevare gli interessi senza intaccare il capitale faunistico. Come si può pensare di non coinvolgerlo, non sfruttare il bagaglio d’esperienza e la passione dei volontari? Dove sono, adesso, quelli che inneggiavano al “Governo amico”?". L'associazione venatoria ha annunciato che chiederà al Ministro dell’Ambiente di rimediare a questa pessima decisione.