Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato da quattro associazioni animaliste (Lac, Wwf, Lipu e Lav) contro il decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) che ha ricostituito il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale (CTFVN).
Il ricorso, depositato nel luglio 2023, contestava la legittimità del provvedimento ministeriale del maggio 2023, sostenendo che il CTFVN fosse un ente "pletorico", privo di competenza tecnica e sovrapponibile all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), già incaricato della gestione faunistica.
Tra le altre censure, le associazioni criticavano la nomina di rappresentanti non qualificati e il riferimento a un organo soppresso per la selezione dei membri delle associazioni ambientaliste. Secondo il TAR, il decreto ministeriale è pienamente conforme al quadro legislativo vigente. Il tribunale ha sottolineato che la composizione e le funzioni del CTFVN sono esplicitamente previste dalla Legge 157/1992 e che la ricostituzione del comitato è stata effettuata in base alle disposizioni della Legge di Bilancio 2023. Inoltre, è stata riconosciuta la coesistenza di due organi consultivi – ISPRA e CTFVN – con funzioni distinte: il primo svolge un ruolo tecnico obbligatorio, mentre il secondo ha una funzione consultiva a supporto dell’amministrazione.
Il TAR ha respinto tutte le contestazioni avanzate dalle associazioni ambientaliste, ritenendole prive di fondamento, e ha condannato le stesse al pagamento delle spese legali, quantificate in 2.000 euro. Questa sentenza conferma la legittimità delle scelte amministrative del MASAF, che ha ricostituito il CTFVN per supportare la gestione delle politiche faunistiche e venatorie in Italia.