Non tutti gli animalisti sono uguali, soprattutto se guardiamo all'estero, dove, spesso, la tutela ambientale è vista come un concetto dalle implicazioni un po' più vaste rispetto alla protezione della vita del singolo animale. Un esempio ci viene dato in questi giorni dalla cronaca francese.
La Fédération Alsace Nature ha infatti accusato i cacciatori del dipartimento dell'Alto Reno di non adempiere completamente al piano di abbattimento dei cervi deciso dalla CDCFS (Consiglio Dipartimentale della Caccia e della Fauna Selvatica), abbattendo meno cervi di quelli stabiliti (2 mila entro gennaio). Una quota che (e qui i ruoli sembrano proprio invertirsi) i cacciatori ritengono invece esagerata e poco conservativa.
Secondo i cacciatori infatti una gestione sostenibile richiede un approccio flessibile che consideri il rischio di ridurre eccessivamente la popolazione di cervidi, danneggiando gli ecosistemi e l'equilibrio naturale. Una posizione sostenuta tra l'altro da altri esponenti del variegato mondo ambientalista francese.