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Anche l'Enalcaccia interviene sul Piano di controllo del colombaccio disposto dalla Regione Emilia Romagna. "Il Piano prevede l’abbattimento di un elevato numero di esemplari, anche durante il periodo della nidificazione e dell’allevamento della prole, andando ad impoverire un’importante risorsa faunistica", scrive l'associazione, evidenziando che la presenza del colombaccio, essendo un uccello migratore, è ovviamente rilevante solo in alcuni periodi dell’anno.
"Un abbattimento massiccio potrebbe avere risvolti negativi sull’intera popolazione, anche in altre aree", avverte il Presidente Lamberto Cardia, suggerendo alternative gestionali, come includere il colombaccio tra le specie cacciabili in pre-apertura sia mediante appostamento fisso che in forma vagante, consentendo inoltre il prelievo per cinque giorni a settimana fino al 31 gennaio, con una deroga al numero massimo di capi prelevabili. Inoltre, nei periodi critici come la semina e il germogliare dei cereali, si potrebbe ricorrere a dissuasori cromatici.
"Il colombaccio è una specie evasiva e timorosa, in grado di distinguere i colori, diversamente da altri volatili", aggiunge Enalcaccia. "Formuliamo queste considerazioni con una visione ampia della gestione faunistico-ambientale, auspicando che la Regione Emilia-Romagna le recepisca, così da evitare ingiusti pregiudizi sulla caccia e i cacciatori", conclude il presidente nazionale Lamberto Cardia.