La giunta Regionale della Liguria ha approvato i nuovi indirizzi per la gestione faunistico – venatoria del cinghiale, specie che in particolar modo in questa regione è entrata in modo dirompente nelle cronache locali per l'altissima concentrazione di questi animali in un territorio ristretto e difficile come quello ligure. Il provvedimento, voluto dall'assessore alla Caccia Giancarlo Cassini, fornisce alle province un ulteriore strumento per il contrasto dell'eccessiva presenza dei cinghiali.
L'assessore ha spiegato che “nonostante le varie iniziative adottate dalle province non sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati”, “per questo ho ritenuto necessario, a seguito di incontri e consultazioni con le Province, individuare ulteriori ipotesi di intervento per risolvere il problema” ha dichiarato.
Le istituzioni provinciali secondo il nuovo regolamento potranno individuare le zone dove la presenza del cinghiale risulta incompatibile con le attività umane con le esigenze del patrimonio faunistico e ambientale; e in queste autorizzare il prelievo nel rispetto della normativa vigente coinvolgendo cacciatori e proprietari di fondi abilitati all'attività venatoria. Potranno procedere con la caccia di selezione nei periodi indicati dall'Ispra e con il metodo della girata, oltre che autorizzare le catture tramite strumenti adeguati. Le squadre di cinghialai dovranno essere composte da un numero non inferiore alle 25 unità, di cui 12 presenti alla singola battuta di caccia.
Le provincie quindi potranno procedere con piani di controllo e “qualora ritenuti necessari ai fini di una più efficace gestione della popolazione mediante l’attività venatoria, provvedimenti gestionali in merito alla diversa configurazione ed assegnazione delle zone di caccia, compresi la rideterminazione dell’assegnazione della zona di caccia".