
Mentre Spagna, Francia e Italia hanno ottenuto l'autorizzazione a riaprire la caccia alla tortora nel 2025, il Portogallo dovrà attendere il 2026. Il corrispettivo del nostro Ispra di Lisbona, ha infatti comunicato al NADEG che il Paese non ha ancora soddisfatto i requisiti richiesti per la riapertura. La decisione è legata principalmente alla mancanza di un sistema digitale di monitoraggio dei prelievi, strumento considerato essenziale per controllare le quote di abbattimento.
Il NADEG, gruppo di esperti dell'UE, ha stabilito che per autorizzare la caccia alla tortora nei Paesi delle rotte occidentali devono essere soddisfatti tre criteri: misure efficaci per il recupero della specie, crescita sostenibile della popolazione e un sistema di regolamentazione della caccia credibile.
Per il 2025, il tasso di abbattimento autorizzato è dell’1,5% della popolazione di tortore, con un bonus del 30% per i Paesi che hanno investito nel recupero della specie. Il Portogallo, invece, non potrà prelevare alcun esemplare.
La FENCAÇA, federazione nazionale della caccia del Portogallo, ha criticato l'ICNF (il loro Ispra) per la mancanza di un piano adeguato e per non aver investito nei fondi destinati alla conservazione della tortora, nonostante il settore venatorio contribuisca ogni anno al Fondo per l’Ambiente con centinaia di migliaia di euro. Il NADEG presenterà ufficialmente la decisione il 1° aprile 2025, mentre i cacciatori portoghesi attendono risposte su come l’ICNF intenda colmare le lacune nella gestione della specie per consentire la ripresa della caccia nel 2026.