
"Ma Ispra ci è o ci fa?". Questa la domanda posta dalla Federcaccia in virtù delle recenti decisioni contraddittorie sulla caccia al colombaccio.
L’istituto ministeriale ha infatti recentemente espresso parere contrario alla preapertura della caccia al colombaccio nelle Marche, nonostante negli anni passati avesse dato parere favorevole a tutte le Regioni per alcune giornate di prelievo all’inizio di settembre.
Una decisione inspiegabile, secondo Federcaccia, dato che la popolazione del colombaccio in Italia ed Europa è in crescita e non è una specie in declino. A sollevare ulteriori perplessità il fatto che ISPRA sia già nell'occhio del ciclone, insieme alla Regione Emilia Romagna, per aver dato il suo parere favorevole al piano di controllo che consente l’abbattimento di 11.000 colombacci tra aprile e settembre, pieno periodo di nidificazione.
Secondo Federcaccia è inaccettabile che ISPRA neghi la preapertura a settembre ma autorizzi il controllo della specie durante la riproduzione, dimostrando un atteggiamento incoerente. A questo si aggiunge la decisione di non concedere più il prelievo del colombaccio a febbraio, costringendo le Regioni a rimuoverlo dai calendari venatori.
Secondo Federcaccia, questa linea di condotta dimostra che ISPRA favorisce il controllo faunistico ma penalizza la caccia tradizionale, trasformando il cacciatore in una figura accettabile solo se impiegata per gestire il contenimento delle specie.L’associazione chiede alla politica e al Governo di intervenire per stabilire criteri chiari e univoci nella gestione faunistica, senza lasciare spazio a interpretazioni arbitrarie.
Infine, Federcaccia annuncia battaglia. "Lo chiariamo con forza: se qualcuno avesse mai dubbi o aspettative in questo senso, sappia che il colombaccio, a questo punto, diventa la specie simbolo del nostro rifiuto di certe logiche. Federcaccia non ci sta e combatterà con tutti i mezzi a sua disposizione. Non solo per il colombaccio, ma per tutta la caccia".