Riceviamo e pubblichiamo:
Federcaccia interviene sul recente rapporto ISPRA in merito ai prelievi di avifauna cacciabile in Italia: “Iniziativa corretta di Ispra, ma speculazioni improbabili di media e associazioni animaliste ne falsano il significato”.
La Federazione su questo tema è pronta alla collaborazione istituzionale tra il proprio Ufficio Studi e Ricerche e gli Enti preposti Roma, 11 aprile 2025 - Alcuni giorni fa ISPRA ha pubblicato un breve comunicato sul proprio sito, con un allegato precisamente dettagliato, sui dati di abbattimento di avifauna cacciabile dichiarati sui tesserini venatori regionali nelle stagioni venatorie che vanno dal 2017/18 al 2022/23. Si tratta di un adempimento importante e corretto, che è richiesto dalla Commissione europea nell’ambito della rendicontazione sull’applicazione della direttiva come previsto dall’articolo 12 della stessa. Come noto, le Regioni raccolgono i dati dei tesserini e inviano i dati dei prelievi al MASE e all’ISPRA, che li impiegano per fornire un rapporto complessivo per tutta Italia. Federcaccia giudica favorevolmente la pubblicazione di questi dati da parte dell’ISPRA e anche le valutazioni sulla necessità di maggior precisione da parte delle Regioni nella raccolta e nell’invio dei dati. La Federazione ritiene che i dati dei prelievi, se pesati con lo sforzo di caccia, possano infatti dare informazioni importanti sulle tendenze di presenza in Italia di varie specie, oltre a consentire di stimare i quantitativi totali di capi abbattuti, dato fondamentale per la gestione faunistico-venatoria. Nel comunicato di ISPRA, tuttavia, ci sono sembrati poco pertinenti alcuni passaggi, come la descrizione del canto del tordo, piuttosto che alcuni grafici sui totali dei prelievi non pesati con lo sforzo di caccia, perché possono portare a interpretazioni fuorvianti, come è in effetti accaduto nei commenti su vari social e in articoli su alcuni mezzi d’informazione. Proprio questi ultimi, in particolare “La Stampa” e “La Repubblica”, hanno riportato i contenuti del comunicato dell’Istituto, accompagnandolo però con i commenti delle Associazioni animaliste ENPA e LAV, senza nemmeno avere consultato il mondo dei cacciatori, che è poi il protagonista di questi prelievi. Di conseguenza, invece di valutazioni statistiche e scientifiche i commenti sono stati di stampo ideologico anticaccia, con paragoni ridicoli con le popolazioni umane e toni catastrofici come “strage”, “massacro intollerabile” e altri termini che di scientifico non hanno nulla e cercano solo di suscitare effetti emotivi in un articolo che avrebbe potuto essere sobrio e corretto riportando il semplice rapporto ISPRA.
È da sottolineare invece che i numeri dei prelievi sono esigui se confrontati all’entità delle popolazioni selvatiche, e che il numero di uccelli abbattuti durante la caccia è un riflesso delle presenze: quindi, a prelievi importanti corrispondono popolazioni numerose. Per fare alcuni esempi: il tordo bottaccio, che è la specie più cacciata in Italia con alcuni milioni di capi, ha una popolazione complessiva compresa fra 75 e 120 milioni di soggetti maturi a cui bisogna aggiungere almeno altrettanti giovani nati ogni anno e con una popolazione in aumento. Anche l’allodola, cacciata in Italia con alcune centinaia di migliaia di soggetti, ha una popolazione complessiva compresa fra 300 e 600 milioni di individui maturi, a cui bisogna aggiungere anche in questo caso i giovani nati ogni anno. Uno studio recente presentato al XXI Congresso nazionale di ornitologia del settembre 2023 ha dimostrato che l’incidenza media del prelievo venatorio sulle popolazioni di uccelli migratori è dell’1,84%, un dato che azzera tutte le speculazioni infondate del mondo animalista. Ancora una volta invitiamo tutte le testate giornalistiche a un approccio più sobrio sul tema venatorio e soprattutto a chiedere il punto di vista delle Associazioni di cacciatori, anche per assolvere al dovere di fornire al lettore un quadro corretto e completo del tema trattato. Federcaccia condivide tuttavia l’urgenza di una migliore rendicontazione dei prelievi e anche l’analisi degli stessi. Per questo proporrà una collaborazione istituzionale tra il proprio Ufficio Studi e Ricerche e gli Enti preposti a questa materia.
Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro-Ambientali Federazione Italiana della Caccia