All'avvicinarsi dell'apertura, cresce in Toscana l'interesse per le preannunciate modifiche alla legge sulla caccia. Ne abbiamo parlato con Paolo Banti, responsabile dell'Ufficio caccia della Regione, che con impegno e passione segue da tempo il complesso iter della revisione. Per ora sono risposte di principio. Ci auguriamo che presto si possa scendere nel dettaglio.
Dott. Banti, a che punto sono i lavori per la revisione delle leggi regionali sulla caccia e sul calendario venatorio?
Negli ultimi mesi gli uffici della Giunta Regionale sono stati impegnati nell’elaborazione delle modifiche alle L.R. 3/94 e 20/2002. Ci sono stai numerosi incontri con associazioni venatorie e ambientaliste, organizzazioni professionali agricole, province, ATC.
Le ultime riunioni, in ordine di tempo, si sono tenute giovedì 30 luglio al tavolo verde e il 31 luglio al “tavolo istituzionale”. Dopo questi passaggi, le proposte di modifica andranno all’esame della Giunta Regionale presumibilmente il prossimo 31 agosto. Poi saranno trasmesse al Consiglio per l’approvazione, che dovrebbe avvenire entro la fine della legislatura. Le nuove norme entreranno quindi in vigore non per questa stagione venatoria, ma dal 2010.
Quali saranno le principali novità?
Sono stati recepiti i punti emersi nella Conferenza della Caccia che si è tenuta il 13 e 14 febbraio scorso ad Arezzo. In particolare si profila un nuovo concetto di Piano Faunistico Venatorio, con regole di programmazione diverse. Inoltre una revisione della “governance” dove vengono definiti i rapporti di responsabilità fra tutti gli enti competenti alla gestione faunistica e venatoria, e la definizione giuridica degli ATC.
Viene data attenzione particolare alla gestione degli ungulati per garantire la coesistenza con le attività produttive agricole e il contenimento dei danni. L’obiettivo è quello di superare i momenti di emergenza con specifici interventi a livello locale. Si prevede la gestione di tutto il territorio regionale, comprese le aree protette o in divieto di caccia, ovviamente con le necessarie accortezze, comunque dovranno essere rispettate ovunque le densità stabilite dalle province.
Vengono poi istituiti nuovi tavoli permanenti di confronto fra le associazioni e la regione ed introdotte azioni per la sicurezza.
Sul calendario venatorio si prevede che le province possano far cacciare il cinghiale dalla terza domenica di settembre fino al 31 gennaio, anche in caso di neve, vista l’eccessiva presenza di questa specie. La migratoria dovrà essere segnata sul tesserino venatorio alla fine della mattina ed alla fine della giornata, per un miglior riscontro statistico del prelievo, mentre altre novità riguardano le aree addestramento cani.
Storno: la situazione in Toscana e le decisioni della Regione in materia di deroghe.
I dati raccolti dimostrano che in Toscana la specie è fortemente presente durante tutto l’anno, con consistenti popolazioni nidificanti, oltre ai soggetti che transitano nel periodo della migrazione. Di conseguenza i danni alle coltivazioni tipiche sono ingenti, anche perché la Toscana ha una agricoltura improntata sulla qualità. Gli attacchi a vigneti, oliveti e frutteti causano non solo perdite economiche ma, essendo in moltissimi casi colpite le produzioni di nicchia, ciò provoca anche perdite di mercato per gli agricoltori. I danni provocati dallo storno non sono accettabili come non lo sono quelli causati dal cinghiale, per il quale sono previsti appositi interventi di controllo. Quindi anche in questo caso gli organi della Regione vogliono dare una risposta politica al problema prevedendo abbattimenti in deroga. Una posizione di questo tipo non è tecnicamente molto facile da mantenere, in quanto siamo in presenza di una procedura di infrazione comunitaria per l’applicazione della deroga negli anni scorsi, che attualmente è davanti alla Corte di Giustizia Europea. Questo complica notevolmente l’iter della delibera, che comunque la Giunta intende portare avanti.