In questi mesi si sono moltiplicate le reazioni intolleranti verso la caccia in virtù delle proposte di aggiornamento della legislazione italiana sull'attività venatoria rispetto al panorama europeo. Quando però queste reazioni vengono da un'autorità importante come un membro della Commissione Agricoltura della Camera, le cose si fanno piuttosto gravi.
E' il caso delle dichiarazioni esternate alla platea di Festambiente da Basilio Catanoso (Pdl), che invitato a discutere sui contenuti della proposta di modifica alla 157, che di qui ai prossimi mesi sar�discussa alla Camera, ha detto "Questo testo presenta posizioni troppo estreme, così com'è difficilmente potrà essere approvato”. Poi ha aggiunto "E' un testo troppo in contrasto con un comune sentire, compreso il mio che sarei più dell'opinione di cambiare la 157 per abolirla la caccia".
Dichiarazioni che ci ricordano quelle del neo Ministro al Turismo Vittoria Brambilla non molto tempo fa e del Ministro Prestigiacomo, che hanno di nuovo lasciato increduli i cacciatori, sempre più spaesati rispetto alle vere intenzioni del Pdl, da cui sono piovute le promesse in campagna elettorale. Poco tempo fa del resto il premier Berlusconi aveva promesso una modifica alla 157 in tempi brevi e lo stesso senatore Orsi ha recentemente ribadito l'impegno del suo gruppo. Catanoso, che oltre alla sua attività parlamentare è anche un imprenditore agricolo, esprime una personale avversione nei confronti della caccia, ingiustificabile agli occhi di una parte dell'elettorato non certo esigua che ha riposto le sue speranze nell'azione dell'attuale governo. Del resto Catanoso non è nuovo a questo genere di operazioni, pare che in una recente intervista pubblicata da Ecomondo, mensile di Wwf, abbia dichiarato vantandosene di essere stato il deputato dissidente del PdL grazie al quale “in Commissione Agricoltura è stato sventato l’emendamento tranello che avrebbe allungato la stagione venatoria a piacimento delle regioni” si legge sul sito di Wwf Italia.
Parole di disapprovazione contro il ddl Orsi sono arrivate anche dal Senatore Della Seta che nello stesso dibattito ha parlato di un “disegno di legge che al più potrà servire al senatore Orsi per farsi riconoscere come il punto di riferimento di una parte di cacciatori” e che "è un testo espressione di un certo corporativismo che nulla ha che vedere con l'obiettivo di tutelare e controllare la fauna selvatica”. "Come si può pensare - ha detto ancora Della Seta - di effettuare il controllo faunistico mettendolo in capo ai prefetti, che avranno l'autorità di aprire la caccia per 365 giorni l'anno, se lo ritengono utile per il controllo di alcune specie che recano danno, per esempio all'agricoltura".
La festa di Legambiente ha fatto emergere l'accordo di alcuni soggetti nel ricostituire un tavolo di discussione per riconcepire la caccia non tanto come attività ludica personale quanto come strumento utile al controllo della fauna, così come stabilito dalla 157. D'accordo su questo punto si sono dichiarati anche Osvaldo Veneziano (Arcicaccia) e Giampiero Sammuri (Federparchi), secondo cui si dovrà avere particolare riguardo al controllo nelle aree protette che “dovrà continuare ad essere svolto dagli enti gestori” e “inammissibile sarebbe affidarlo ai prefetti o al presidente della Regione”.
Unica voce fuori dal coro a Festambiente è stata quella di Federcaccia, che tramite il presidente Gian Luca Dall'Olio ha espresso un fermo sostegno alle proposte contenute nel testo Orsi, compresa la proposta di abbassare la caccia a 16 anni. In merito Federcaccia ha rivendicato con forza anche le ragioni della propria campagna di tesseramento "Una campagna che rivendichiamo e che non abbiamo mai ricusato - ha dichiarato il rappresentante di Federcaccia Michele Sorrenti e che - è stata oggetto di una vergognosa campagna denigratoria da parte degli avversari alla caccia e dell'opposizione parlamentare".