Lav e Legambiente criticano il piano regionale per l'abbattimento di 3.082 caprioli (partirà nei prossimi giorni), che sommati a quelli cacciati durante l'ultima stagione venatoria, portano a 11.000 il numero dei capi abbattuti nella stagione. Secondo la Lav, che paventa il solito “pericolo per gli escursionisti estivi”, la Regione dimostra un prevalente interesse verso le ragioni dei cacciatori a scapito di quelli delle associazioni animaliste.
“Queste 'stragi' – così vengono sistematicamente definiti i piani selettivi da alcune di queste associazioni - potrebbero essere evitate con metodi alternativi e definitivi, misure che diminuirebbero anche i danni causati ogni anno a persone, auto e terreni coltivati”, ossia strumenti di prevenzione applicati al territorio.
Legambiente critica invece i censimenti della specie “difficile capire quando la parte scientifica è vera e quando al servizio di meri interessi territoriali di una categoria rispetto all'altra”, denuncia Massimo Becchi di Legambiente Reggio Emilia. Legambiente chiede di poter partecipare alla consulta venatoria “altrimenti anche la nostra associazione promuoverà raccolte di firme per evitare io piani di prelievo”.
In realtà il prelievo del capriolo in Emilia Romagna è in ogni caso inferiore all'obiettivo di portare la specie a densità ideali di 16 – 18 animali per chilometro quadrato (attualmente siamo a 25,5). Il piano regionale porterà la popolazione a 21.000 caprioli, considerando le 8.000 femmine e il tasso di fecondità della specie (1,8 nuovi nati per ogni femmina), si avrà di nuovo in primavera una popolazione di 34 – 35 mila animali.