In Liguria il dibattito sulla gestione del cinghiale assume toni sempre più concitati. Secondo i Verdi di Savona l'abbattimento dei capi in esubero non è una soluzione accettabile ma lo sarebbe, al contrario, quella di utilizzare metodi contraccettivi. E' la proposta portata avanti dal portavoce dei Verdi Gabriello Castellazzi che ha criticato l'intenzione dell'assessore Cassini di ampliare le battute di caccia di comune accordo con le associazioni venatorie.
A sostegno della sua proposta Castellazzi spiega che il metodo contraccettivo viene già utilizzato in Inghilterra e in Australia. "I risultati positivi sono evidenti e dimostrati - dice-. Le sostanze usate sono diverse (suprelarin- norplant – levonorgestrel – deslorelin) per una riduzione della popolazione dei cinghiali di circa il 60%”.
Secondo Castellazzi le battute di caccia aumentano il rischio di nuove disgrazie “nel periodo 2008-inizio 2009 si sono registrati 41 morti ; tra i caduti 24 cacciatori e 17 cittadini” scrive l'esponente dei Verdi sul sito della sezione di Savona. Inoltre “tutte le attività turistico-sportive legate all’entroterra potrebbero subire gravi danni (rocciatori-bikers-trekking ecc.)”.
Una proposta accolta con il pieno favore di Enpa che dichiara di aver avanzato tale risoluzione da 15 anni senza ottenere alcuna risposta. “Purtroppo – spiegano i volontari dell’Enpa – cinghiali, caprioli e daini sono considerati più utili da vivi come bersaglio dei cacciatori e carne per i ristoranti. Perciò debbono sempre essere abbondanti nei boschi, anche a scapito dei danni che talvolta procurano all’agricoltura più o meno marginale delle campagne savonesi. In altri paesi la somministrazione di sostanze cosiddette ’specie-specifiche’, ovvero mirate per una determinata specie animali, è già stata studiata dagli scienziati ed applicata con risultati positivi”.
“In Italia – commenta ancora Enpa – la fauna selvatica è gestita a unico e diretto beneficio dei cacciatori e praticamente non esistono né fondi né volontà di studiare sistemi alternativi al fucile dei cacciatori quale soluzione per contenere il numero degli animali selvatici in soprannumero”.
Ricordiamo a coloro che hanno queste idee che la selvaggina (e in sè il cinghiale) significa prima di tutto ricchezza alimentare per tutti i cittadini. Perciò al contrario di quanto espresso da Enpa ci auguriamo che presto queste carni preziose da un punto di vista nutrizionale, possano entrare nella grande distribuzione e costituire una valida alternativa a quelle comunemente consumate. La valorizzazione delle carni dei cinghiali abbattuti porterebbe inoltre un vantaggio economico, alleggerendo il carico delle importazioni di carne dall'estero. La caccia non è solo "divertimento" come possono pensare alcuni tra questi animalisti, ma anche valorizzazione delle tradizioni del nostro paese, soprattutto legate alla cucina.