L'Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) ha lanciato l'allarme per gli stambecchi del Parco Nazionale del Gran Paradiso, messi in particolare pericolo dalle alte temperature di questi giorni. Secondo i ricercatori la specie è vulnerabile visto il declino di oltre il 35 per cento della popolazione nelle aree protette in cui vive.
Dai 5 mila capi del 1993, oggi nel Gran Paradiso ne resistono solo 2.600. Secondo Bruno Bassano, responsabile del servizio scientifico e veterinario del Gran Paradiso questo declino è dovuto alla bassa percentuale di sopravvivenza dei nuovi nati, proprio per colpa delle temperature “studi recenti - dichiara Bassano - hanno dimostrato un legame tra la caduta della sopravvivenza dei capretti e i fattori climatici, legati al riscaldamento globale. Sulle praterie alpine infatti ci sono negli ultimi anni primavere troppo calde che favoriscono una rapida crescita della vegetazione, producendo un foraggio poco nutriente e poco proteico per i cuccioli”.
Forse la situazione di sofferenza della specie è rapportabile anche alla mancanza di un predatore e all'indebolimento graduale quindi delle caratteristiche genetiche della specie. Secondo il senatore valdostano Antonio Fosson (Unione valdostana) che ha chiesto lo stambecco tra le specie cacciabili tramite un emendamento alle modifiche alla 157/92, la specie “non è a rischio di estinzione, il numero dei capi non aumenta, nonostante il divieto all’abbattimento venatorio e si evidenziano preoccupanti fenomeni di minor vitalità della specie dovuti all’invecchiamento della popolazione femminile”.