Questa l'opinione di Dino Rossi del Cospa (Comitato spontaneo produttori agricoli) Abruzzo che interviene sul problema dei danni causati dalla fauna selvatica in relazione all'eccessiva presenza di animali ibridi, cinghiali in primis, molto più proliferi delle specie che poco tempo fa popolavano i nostri boschi.
“Nessuno ha il coraggio di affrontare il problema – dichiara Rossi -. Tutto questo sarebbe dovuto alle fantomatiche associazioni di animalisti, che a nostro avviso animalisti non sono, visto che solo a parole e con denunce credono di salvaguardare la flora e la fauna”.
“I nostri parchi – continua poi Rossi - sono stati istituiti per la tutela di animali in via di estinzione, fino ad oggi nulla è stato fatto, anzi, i territori che sono sotto tutela, sono diventati serbatoi di animali inutili e dannosi, come per esempio: il cinghiale, la cui specie si è incrociata con i maiali allo stato brado determinando una nuova razza molto più prolifera e distruttiva”.
Una razza capace di partorire tre volte l'anno fino a 10 piccoli a parto. Stesso discorso vale per i cani inselvatichiti secondo Rossi “che come i cinghiali si riproducono in modo spaventoso e magari si accoppiano anche con la specie lupo, dando vita ad una nuova razza molto più pericolosa, in grado anche di attaccare l’uomo e con molta più disinvoltura arriva nelle aziende agricole dopo aver fatto pulizia del cibo di cui predispone le aeree protette”.
Su questi punti Cospa Abruzzo ha assunto posizioni importanti, impegnandosi “affinchè tutti i parchi e le zone protette si attivino per l'abbattimento dei cani rinselvatichiti e dei cinghiali diventati quasi maiali”. Il metodo della selezione rappresenta secondo Cospa, l'unico modo di difendere realmente la fauna autoctona ed assicurare vita lunga ai veri lupi e ai veri cinghiali nostrani, così come all'orso marsicano e nel contempo tutelare gli allevamenti e le coltivazioni “già seriamente danneggiate dalla politica locale”.
(In Abruzzo)