Dopo il ricorso al Tar contro il calendario venatorio abruzzese di Wwf, l'assessore regionale alla caccia Mauro Febbo ribadisce le ragioni dell'amministrazione sottolineando che il provvedimento ha tenuto debitamente conto delle osservazioni dell'Ispra, quasi tutte recepite integralmente anche se “l'Ispra – dice l'assessore - è un organismo statale che rilascia solo pareri, peraltro non vincolanti”.
“Sulla questione specifica della caccia alla quaglia – spiega poi - abbiamo ritenuto, invece, di difendere la scelta dell'apertura anticipata che, comunque, non è indiscriminata ma riguarda solo le stoppie e gli incolti, poiche' il territorio abruzzese è quasi per metà soggetto a vincoli per la presenza di tre parchi nazionali e di un parco regionale''. Secondo l'assessore il ricorso di Wwf è infondato “credo che il Wwf, nel caso specifico, stia conducendo una battaglia di retroguardia poiche' l'integralismo non porta mai da nessuna parte''.
Il percorso che ha portato all'emanazione di questo calendario a detta di Febbo, è stato “ampiamente condiviso dalla Consulta della caccia” e quindi anche dalle rappresentanze delle associazioni ambientaliste, agricole e cinofile che la compongono, nonché dagli altri membri quali veterinari, esperti di fauna e biologi. Inoltre l'assessore sottolinea l'esito positivo rispetto alla valutazione d'impatto ambientale, che il nuovo calendario avrebbe superato egregiamente.
Sulle date di apertura Febbo dichiara “In Abruzzo, la stagione venatoria iniziera' il 6 settembre mentre in Molise, Puglia e Campania, dove peraltro governano Giunte di diverso colore politico rispetto a quella abruzzese, si partirà qualche giorno prima. Per cui, neppure sotto questo profilo ci si può dire nulla''.
In regione è atteso anche il nuovo Piano faunistico venatorio (quello attualmente in vigore risale al 2004 ed è utilizzato in regime di prorogatio), Febbo assicura che arriverà presto “stiamo lavorando - dice - ci auguriamo possa vedere la luce quanto prima''.
(Asca)