L'avvicinarsi dell'apertura della caccia e l'imminente riapertura del dibattito parlamentare sulla 157 porta inevitabilmente le associazioni animaliste e ambientaliste nostrane a darsi un bel po' da fare per alzare il solito polverone mediatico.
Da una parte si cerca di contrastare l'operato di regioni e province in fatto di deroghe, calendari venatori e pre aperture, dall'altra si tenta di demolire in toto la categoria dei cacciatori utilizzando toni ben poco democratici e sfruttando per esempio la scia degli ultimi sviluppi sulla riforma Orsi in Senato.
L'Enpa in una sorta di delirio di onnipotenza e al di là di ogni comune senso civico, non si contiene e chiede addirittura al Parlamento di scavalcare l'iter democratico percorso finora dalla proposta Orsi e di “cancellare dai lavori del Senato un testo che è una vera galleria degli orrori”.
L'Ente Nazionale per la Protezione Animali a sostegno della sua richiesta porta i dati del sondaggio commissionato all'Ipsos lo scorso febbraio dalle associazioni Legambiente, Lipu e Wwf e lo fa giocando volutamente con i numeri. Viene per esempio fatto notare che secondo queste rilevazioni il 91 per cento degli italiani è contrario alla caccia nei parchi e che il 94 per cento è contrario ai fucili ai minorenni. L'associazione però si dimentica di precisare che in realtà lo stesso sondaggio stima la percentuale dei contrari alla caccia al 69 per cento. Ciò significa che esiste un restante 31 per cento di italiani che sulla caccia ha opinioni favorevoli (10%) o neutrali (21%). Il sondaggio poi prende in esame soltanto i cittadini maggiori di 18 anni, il che significa che non si tiene conto di una larga fetta della popolazione.
La volontà di omettere questi dati si chiarifica quando si legge nel proseguo del comunicato Enpa, che i dati presentati “proseguono la linea del sondaggio del 2004 di Enpa – Eurisko, secondo cui il 74% dell'opinione pubblica riteneva l'attività venatoria dovesse essere cancellata definitivamente".
Da queste fonti ambientaliste apprendiamo quindi che dal 2004 ad oggi l'opinione a favore della caccia da parte degli italiani ha guadagnato ben 5 punti in percentuale! Enpa tenta di distorcere la verità anche quando dichiara che gli italiani che praticano la caccia sono passati dai 2,2 milioni del 1980 ai circa 700 mila attuali. Consultando i dati Ipsos (nello stesso rapporto) troviamo invece che nel 1980 i cacciatori erano un milione e seicento mila.
E' chiara l'intenzione dell'associazione animalista di mistificare la realtà a favore delle proprie convinzioni. Questa politica aggressiva, intollerante e antidemocratica non può che trovare il nostro disappunto al di là della difesa di una categoria che rappresenta 700 mila cittadini italiani che rispettano le leggi e che conoscono e amano profondamente la natura. Crediamo che un ambientalismo rispettabile debba necessariamente utilizzare altri toni e che allo stesso tempo, a sostegno delle proprie lecite opinioni, porti fatti, dati scientifici e rispetto per la collettività.