Niente preapertura per i cacciatori bresciani. Lo ha deciso ieri il Tar su ricorso della Lega per l'Abolizione della Caccia (Lac) annullando la delibera della giunta provinciale del 20 luglio scorso che concedeva la caccia dal 3 al 17 settembre per tortora comune, merlo, cornacchia grigia e cornacchia nera.
Il Tar in questo modo si esprime contro la Provincia ma anche contro l'Ispra “il provvedimento impugnato – si legge nella sentenza - si fonda sul prescritto parere dell'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale, parere che sul punto specifico è assai conciso; si limita infatti a dire che la preapertura "è da considerarsi compatibile con lo stato di conservazione" delle specie interessate, ma non consente di ricostruire il percorso logico che ha portato a tale conclusione”.
L'assessore alla Caccia della provincia Alessandro Sala ha espresso le proprie perplessità su quanto sentenziato dal Tar “Va detto che, come già due anni fa, il Tar non ha tenuto in alcun conto il favorevole parere dell'Ipsra (ex Infs) che afferma a chiare lettere che una preapertura così contenuta non può comportare alcun rischio faunistico, ma sposando ormai in modo unilaterale le tesi e le argomentazioni apodittiche di un'associazione che ha nella propria ragione sociale l'abolizione della caccia, sembra anche implicitamente ritenere che ogni provvedimento provinciale in materia sia adottato da un gruppo di persone irresponsabili. In questo modo si delegittima lo stesso voto espresso dai cittadini e la questione assume un rilievo politico di estrema gravità”.
Il provvedimento del Tar è beffamente una sospensiva, quando il Tribunale Amministrativo tornerà ad occuparsi della questione qualsiasi decisione sarà del tutto inutile, perchè i termini della preapertura saranno passati.