Con un comunicato stampa ieri Arcicaccia informava la prossima ricostituzione del tavolo degli Stakeholders, data per acquisita da Marco Ciarafoni, dopo alcune dichiarazioni di Gianluca Dall'Olio alla festa provinciale del Pd a Grosseto dal presidente del Consiglio nazionale di Arcicaccia Marco Ciarafoni.
Nell'illustrare le rinnovate intenzioni del tavolo che unisce gli interessi di alcune associazioni agricole, venatorie e ambientaliste, Arcicaccia sosteneva la ferma contrarietà al disegno di legge sulle modifiche alla 157 al vaglio del Senato in quanto, come si legge nel comunicato non risponderebbe “nel metodo e nella sostanza alle reali necessità del Paese”, ma anzi al contrario sarebbe deleterio invece “l'atteggiamento assunto dal quella parte del mondo venatorio che ruota intorno alla associazione Confavi”.
Federcaccia dal canto suo attraverso un proprio comunicato coferma oggi le ragioni per cui ruppe col tavolo degli Stakeholders, ribadendo la sua radicale contrarietà dagli obiettivi dei portatori di interesse innanzitutto riguardo al rifiuto della proposta della caccia a 16 anni e sulla modifica dell’articolo 18 dell’attuale legge-quadro, su tempi e specie cacciabili.
“In secondo luogo – si legge nella nota - , Federcaccia ha chiesto al Pd se intende o meno proseguire con il suo atteggiamento ostruzionistico, o se abbia deciso di cambiare tattica e voglia dare finalmente un contributo alla modifica della legge con interventi propositivi”.
“Infine – continua il comunicato -, dato che è l’intero insieme dei cacciatori italiani – e non soltanto qualche associazione venatoria – a chiedere che la legge 157/92 venga modificata in senso europeista, nel rispetto della direttiva 79/409, specialmente sui tempi e sulle specie cacciabili con riferimento particolare al mese di febbraio, Federcaccia ha auspicato una revisione delle posizioni e dell’atteggiamento sin qui assunto dal Pd, Arcicaccia e mondo ambientalista. Allora e solo allora potrà riaprirsi il confronto al tavolo dei portatori di interesse!”
Federcaccia su questo punto ricorda che anche Coldiretti ha abbandonato il tavolo di fronte alla mancata disponibilità a discutere in maniera aperta e priva di pregiudizi le istanze del mondo agricolo in materia di caccia riguardo alla gestione delle specie problematiche.
Sulla riforma viene scritto: “la modifica della legge segue l’iter parlamentare e, quindi, per rispetto di tutti i cittadini interessati, sarebbe più responsabile tenere un atteggiamento critico-propositivo in sede di discussione al Senato e poi alla Camera, piuttosto che trincerarsi dietro inutili ostruzionismi fatti di emendamenti privi di fondamento e sterili polemiche. Il Parlamento deve avere la responsabilità di accogliere gli aspetti sostenibili della modifica, mentre l’opposizione quella di criticare con cognizione di causa la proposta di legge, laddove la ritenga non ragionevole”.
Se ne deduce che, per il momento, le posizioni sono ancora distanti e Federcaccia non ha nessuna intenzione di rimettere in discussione il documento che ha recentemente sottoscritto insieme ai rappresentanti del novanta per cento dei cacciatori italiani. Arcicaccia, se vuole, può recuperare un rapporto più ampio nel momento in cui, abbandonando posizioni ostruzionistiche, formula proposte praticabili.