Il Consiglio Regionale lombardo questa mattina ha approvato la legge per la caccia in deroga per la stagione venatoria 2009 – 2010. Il provvedimento originario è stato modificato dal sub – emendamento proposto dal Consigliere Vanni Ligasacchi, relatore dello stesso testo, regolando il prelievo delle specie fringuello, peppola, pispola, frosone, e facendo automaticamente cadere gli altri presentati dalla coalizione dei Verdi.
Respinto ogni ordine del giorno proposto strategicamente dal capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi per scavalcare la votazione. Contrari oltre ai Verdi, si sono dichiarati Pd e Italia dei Valori (alcuni esponenti sono usciti dall'aula al momento del voto per protesta), i quali hanno ampiamente contestato il Presidente Formigoni, assente all'assemblea, per aver implicitamente permesso il provvedimento nonostante le dichiarazioni rilasciate pochi mesi fa in cui sottolineava la necessità di non procedere con le deroghe per evitare le sanzioni europee.
Il relatore Vanni Ligasacchi ha puntualizzato che in particolare con la modifica dell'articolo 4, la legge supera i profili di illegittimit�per cui sono stati impugnati i precedenti provvedimenti ed ha fatto notare come l'Italia sia ancora l'unico paese europeo in cui non esista un confronto serio e civile tra mondo ambientalista e venatorio. A conferma di ciò al termine della votazione (28 sì, 8 contrari e 7 astenuti), alcuni ambientalisti presenti in aula hanno creato scompiglio inveendo contro la decisione del Consiglio.
Lombardia Caccia: modificata la legge regionale 26/1993 su valichi, richiami e competenze
Dopo l'approvazione del sub – emendamento n° 115 che ha dato via libera alle deroghe, il Consiglio Regionale ha passato anche un altro emendamento, il n° 325, modificando in alcune sue parti la legge regionale n° 26 del 1993. In particolare viene cambiata la competenza sull'introduzione di possibili divieti di caccia sui valichi, non più provinciale ma regionale; viene data la possibilità ai cacciatori di praticare una forma di caccia differente a quella prescelta (vagante o appostamento fisso) per 15 giorni a partire dal 1° ottobre (finora era possibile solo per 10 giorni a partire dal 1° novembre); cambia anche la competenza sui parametri e sui quantitativi cacciabili, ora attribuita all'Osservatorio Regionale (e quindi non più all'Ispra).
Modifiche anche per quanto riguarda i richiami vivi: via libera all'utilizzo del colombo domestico, viene inoltre concessa la distribuzione di anelli di riconoscimento degli uccelli da richiamo anche ad associazioni ornitologiche come l'Amov, purchè abbiano una forte e chiara rappresentatività territoriale; le stesse potranno entrare a far parte degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e dei Comprensori Alpini di Caccia; inoltre le stazioni ornitologiche a scopo scientifico potranno essere istituite solo nelle oasi di protezione naturale.
Notizia precedente, ore 10:00:
Come sappiamo nella seduta di oggi il Consiglio Regionale della Lombardia deciderà se approvare o meno il testo sulla caccia in deroga che tra le novità prevede un aumento dei capi prelevabili per storni (250 mila), fringuelli (711 mila), peppole (123 mila), prispole (55 mila), frosoni (52 mila) e prispoloni (38 mila). Nel caso di approvazione ogni cacciatore dovrà compilare giornalmente le apposite schede indicando il numero degli esemplari prelevati.
Sulle ragioni del provvedimento il quotidiano Il Giorno ha raccolto le dichiarazioni del Presidente della Commissione Ambiente della Regione Margherita Peroni: "Il tema dell’attività venatoria - dichiara -; è sempre delicato da affrontare. Tuttavia credo che fissare il prelievo in deroga con modalità definite e chiare contribuisca a riportare ordine in questa pratica, ad evitare fraintendimenti che nulla hanno a che vedere con la legittima passione di migliaia di uomini e che rispettino anche l’ecosistema della nostra Regione”. “Aver fissato dei limiti di prelievo - prosegue Peroni - mostra un senso di responsabilità e di rispetto per la fauna che attraversa, nel corso della migrazione, le nostre zone collinari e montane e conferma l’intenzione di Regione Lombardia di non ghettizzare la pratica della caccia, rispettando la passione e allo stesso tempo l’ambiente”.