Tiziana Tregambe è una cacciatrice appassionata e di grande esperienza. Caccia prevalentemente in forma vagante ma anche con appostamento temporaneo e allo “sguas” (Ndr. caccia in palude agli acquatici). Nella vita di tutti i giorni è impiegata, ma è anche mamma e nonna di due bimbe.
Se in merito all'opinione generale sui i cacciatori occorre fare dei distinguo, perchè, specifica Tiziana, come per tutte le categorie di persone “ci sono quelli rispettosi delle regole e altri meno”, la caccia riguarda invece da vicino ogni essere umano. “Credo – ci dice - che la caccia sia un rapportarsi continuamente alla natura”, una “sfida non più per la sopravvivenza della specie ma con noi stessi, per il nostro passato e la nostra memoria storica”.
Alla domanda come sei arrivata alla caccia, Tiziana ci risponde: “mio padre va caccia, i miei zii vanno a caccia, gli amici di mio padre vanno a caccia, penso che io abbia nel sangue questa passione”. Dal padre in particolare ha appreso la magia e l'entusiasmo per l'arte venatoria : “mio padre ha ottanta anni e la sua sola ragione di vita è la caccia e il suo cane. Tutto l'anno passa in preparazione di questo grande evento che da quando aveva 16 anni (con il permesso di suo padre) ha scandito ogni autunno della sua vita Io rimango affascinata dal suo costante impegno nel curare le allodole, i tordi, il pulire i suoi fucili come fosse un rito ancestrale”.
La caccia però ha oggi i suoi problemi legati alla riduzione degli ambienti e alla conservazione della fauna “purtroppo il territorio diventa sempre più piccolo, per le costruzioni di nuovi insediamenti abitativi e industriali, per le nuove strade e soprattutto per la monocultura che ha spazzato via tutte quelle coltivazioni che permettevano una variegata proliferazione di varie specie – spiega Tiziana -. Mi sembra retorico parlare poi dei diserbanti, sono anni che non vedo più una lumaca e non sento il gracidare di una rana. Hanno tolto anche quel poco di terreno che i contadini dovevano tenere senza coltivazione....(il contributo statale lo prendono ancora?)”.
Le ragioni della caccia sono anche di tipo economico “sarebbe impensabile e controproducente chiudere un settore che dà lavoro a molte persone e coinvolge un indotto così ampio” conclude Tiziana.
Visita la sezione dedicata alle Amiche di BigHunter