In riferimento all'approvazione della nuova legge sulla caccia in Toscana, gli animalisti di Lav ed Enpa criticano duramente le decisioni della Giunta in merito al controllo degli ungulati per la riduzione drastica dei danni all'agricoltura, settore di punta in una regione leader nella produzione di vini di qualità. Le due associazioni si scagliano in particolare contro la scelta di ridurre a 50 mila esemplari la presenza del cinghiale a fronte dei 150 mila capi stimati ed evidenziano la mancanza all'interno della delibera di una “motivazione meramente scientifica che possa giustificare e avvalorare una decisione così tremendamente pesante che consentirà di fare strage di migliaia di animali selvatici”.
Gli animalisti in particolare non sopportano l'idea che il contenimento venga affidato ai cacciatori:
“La caccia può essere un pericolo per l’incolumità”, scrivono in una lettera al Presidente della Regione Claudio Martini . La nuova legge viene poi definita “non costituzionale e unicamente filo – venatoria”.
Martini in questi giorni ha spiegato che la normativa è frutto “di un intenso lavoro di concertazione con le associazioni ambientaliste, venatorie, le organizzazioni professionali e le Province” e che è stata pensata per rispondere alle moderne esigenze del territorio tenendo contro in particolare dell'insostenibile aumento dei cinghiali “vero e proprio flagello per l’agricoltura, dell’escalation degli incidenti stradali causati dagli ungulati".