Dopo la notizia pubblicata lo scorso lunedì 14 sulle esternazioni di Mario Tozzi, anche Libera Caccia dice la sua smontando pezzo per pezzo le farneticanti tesi esposte dal geologo più famoso d'Italia.
Sta per riprendere il via una nuova stagione di caccia e secondo il migliore e più consolidato copione, ricomincia la raffica di attacchi all’attività venatoria.
A scendere in campo, stavolta sul web e non sui quotidiani (almeno per ora) è stato il solito anticaccia in servizio permanente effettivo che risponde al nome e cognome di Mario Tozzi. L’abile divulgatore scientifico che si diletta a sputare il suo veleno (del tutto ideologico) su un’attività contro la quale ha deciso di proclamare una personalissima crociata, tutta all’insegna della “venatofobia” più estremista. Una forma viscerale e violenta di intolleranza che, al contrario dell’”omofobia”, viene considerata un vanto culturale e non una disgustosa e deprecabile forma di razzismo. Proprio per mettere in giusta evidenza l’insopportabile faziosità del prof. Tozzi, è doveroso sottolineare alcune delle più disgustose falsità contenute nel suo articolo pubblicato su Greenreport.
La prima, riguarda quella che lui definisce “l’assurdità di concedere la licenza a sedici anni di età”. Ebbene, quella che lui spaccia per una insensata richiesta italiana è una consolidata realtà in molti Stati membri della UE e, tra l’altro, è chiaramente prevista da una direttiva europea sulle armi che il nostro Paese si è ben guardato dall’applicare! Ma non basta. Il preparatissimo studioso, ignora (o finge di dimenticare) che proprio per abbassare i toni esageratamente polemici instaurati da tanti anticaccia del suo calibro, e dimostrando una non comune dose di saggezza, il senatore Franco Orsi ha già eliminato dal suo articolato questa “dirompente” eventualità. E tale decisione, anche se è stata presa in stridente contrasto con quanto espressamente previsto dall’intera Unione Europea, è stata accettata con grande senso di responsabilità anche da quello che lui definisce “il mondo venatorio più retrivo ed estremista”.
La seconda odiosa bugia è quella che riguarda le regioni che, secondo il prof. Tozzi (e il WWF) autorizzano “…i fucili ad entrare in azione dappertutto e in qualsiasi periodo dell’anno”. Un’altra delirante affermazione del “serafico” prof. Tozzi, riguarda i tanti anziani che praticherebbero la caccia solo perché insoddisfatti della loro vita! Forse, sarebbe opportuno ricordare all’esimio autore che fra tanti “frustrati”, ci sono anche scienziati e chirurghi di fama mondiale, veterinari, sportivi, scrittori, poeti, pittori, donne di casa, imprenditori, studenti, musicisti, giornalisti, preti e professori universitari; tutti cittadini italiani che lui non ha alcun titolo o diritto di bollare come dei poveri falliti degni di commiserazione ed eventualmente di cure psichiatriche.
Poi c’è la storia disgustosa degli incidenti che, sempre secondo l’autore dell’articolo, rendono la caccia uno “sport” (ma ormai anche i bambini sanno che la caccia non è uno sport) estremamente pericoloso, per il quale è richiesta l’assicurazione obbligatoria. Ebbene, ricordiamo umilmente al prof. Tozzi che, a fronte di una ventina di morti (tante sono realmente le vittime dell’attività venatoria, se si escludono gli infarti e gli incidenti automobilistici) ci sono, ogni anno, centinaia di morti fra i bagnanti, gli escursionisti, i cercatori di funghi o gli sciatori. Non solo, ma nelle migliaia di incidenti che li vedono coinvolti, intervengono quasi sempre mezzi e uomini di soccorso che rischiano continuamente la loro vita come è purtroppo accaduto nei giorni scorsi. Eppure, per praticare questi sport e queste attività cosi apparentemente “tranquille” non è necessaria nessuna polizza assicurativa che, se non altro, riesce a coprire gli aspetti materiali ed economici di tanti sinistri e dimostra l’assoluta serietà dei cacciatori e il loro grande senso civico.
Il prof. Tozzi, come abbiamo affermato più volte, è padronissimo di odiare a morte i cacciatori, ma non dovrebbe assolutamente permettersi di offenderli e di trarre in inganno i suoi lettori divulgando notizie palesemente infondate, favorendo una disinformazione disgustosa che dimostra l’assoluta mancanza di motivazioni tecnico scientifiche contro la caccia. Una attività che la stessa Unione Europea considera un fondamentale aiuto nella gestione globale del territorio e nella difesa della biodiversità.
ANLC - L’UFFICIO STAMPA