Futuro senza dubbio incerto per le deroghe del Veneto. Anche se non è detta l'ultima parola, sembra che l'autorizzazione al prelievo in deroga di pispola, prispolone, storno, fringuello, peppola e frosone (le sei specie per cui si è giunti ad un accordo in commissione) debba rimanere in sospeso ancora, anche se la stagione è già iniziata. L'Udc in un comunicato critica i consiglieri della Lega perchè avrebbero tentato “di forzare la mano” imponendo specie senza il parere favorevole dell'Ispra, ma anche quelli del Pdl la cui assenza in aula avrebbe causato l'ulteriore slittamento dei termini utili all'approvazione. La seduta di mercoledì scorso infatti è stata rimandata per il mancato raggiungimento del numero minimo legale di consiglieri in aula. La prossima seduta è fissata per giovedì primo ottobre ma non è detto che si parli di caccia.
“È colpa della forzatura dell’accoppiata Lega/Federcaccia – dichiara Maria Cristina Caretta, presidente provinciale Confavi sul Giornale di Vicenza-. Patetico il tentativo dei leghisti di addossare al Pdl le responsabilità del mancato raggiungimento del numero legale, il 23 settembre: in quella seduta non si stava discutendo di caccia in deroga. Se non avessero fatto quell’inutile forzatura con le 11 specie, avremmo già la legge approvata. Confidiamo che la Giunta regionale sappia rimediare agli errori altrui permettendo la caccia in deroga".
"È proprio la delibera l’obiettivo di Berlato e Donazzan - replica Giancarlo Bonavigo, leader vicentino di Federcaccia -: prima creano i presupposti per far saltare il numero legale, poi si ergono a salvatori della patria. E poi non è vero che, se le specie proposte fossero state 6, i Verdi avrebbero rinunciato alla battaglia. La legge – aggiunge – sarebbe molto più garantista della delibera, ma non ho fiducia che vada in porto. Se il Pdl avesse voluto sarebbe già stata votata”.