In Liguria i consiglieri
di Lega e Pdl dopo l'affossamento delle deroghe hanno criticato la condotta del Pd, accusando la maggioaranza di essersi fatta troppo influenzare dalle posizioni estremiste della componente dei Verdi, che da tempo dà del filo da torcere su queste questioni (solo qualche anno fa Cristina Morelli, consigliere dei Verdi e nota animalista genovese proprio sulle deroghe ha fatto lo sciopero della fame per 13 giorni).
Proprio da Verdi e Radicali giungono i commenti più esaltati per l'esito della votazione. Secondo la nota diffusa dai Verdi “la stucchevole” riproposizione delle deroghe per storno, fringuello e frosone “avrebbe potuto portare ad un'ennesima condanna da parte della Commissione Europea o comunque ad una bocciatura da parte del Tar”. Proprio la sopra citata Cristina Morelli, capogruppo dei Verdi in Regione, sullo storno ha dichiarato che sarebbero falsi i dati relativi ai danni agli oliveti citati dai consiglieri del Pdl.
“In realtà - specifica la Morelli - in questi ultimi anni, durante i quali grazie alle denunce e alle battaglie dei Verdi lo storno vola libero sui cieli della Liguria, la produzione di olive è aumentata, sia quantitativamente sia qualitativamente. Per fare un esempio lo scorso anno, in cui non si è sparato a questo piccolo uccello, si è arrivati da una produzione regionale di 213.070 quintali di olive, contro i 158.906 quintali dell’anno precedente, questo risulta dai dati ufficiali dell’ISTAT”. Inoltre le provincie non avrebbero mai fornito dati contrari a questa tesi.
L'esponente dei radicali italiani Alessandro Rosasco, non fa che confermare l'influenza dei Verdi nelle decisioni del Pd sostenendo che la proposta questa volta avanzata dal centrodestra "in un passato neppure troppo remoto era sostenuta dal centro-sinistra". "Ci chiediamo quali siano i veri motivi di questo cambio di rotta: forse la paura dell’approssimarsi della condanna europea per infrazione alla legislazione comunitaria?". Rosasco puntualizza "la nostra non vuol essere una polemica ma vogliamo lanciare un allarme su come viene gestita, anche in Liguria, l’intera politica venatoria, spesso senza alcun criterio scientifico ma a seconda di logiche di apparente convenienza”.