''Non permetteremo che le doppiette violino un santuario della natura vietato alla caccia da oltre 100 anni''. Con queste parole Andrea Zanoni, Presidente della Lac veneto si oppone alla ventilata intenzione di aprire la caccia al cervo nella foresta demaniale del Cansiglio.
“Con le elezioni regionali – spiega la sua tesi Zanoni - alle porte questa concessione di sparare addirittura nella foresta demaniale del Cansiglio potrebbe diventare l'ennesima mossa di amministratori senza scrupoli per vedere accresciuti i propri pacchetti di voti. Abbiamo gia' allertato i nostri legali per impugnare al TAR eventuali delibere regionali o provinciali, a buon intenditor poche parole''.
Tralasciando il fatto che dalla Lega per l'Abolizione della Caccia non ci può certo aspettare una posizione moderata sull'apertura della caccia in qualsiasi luogo, Zanoni porta giustificazioni piuttosto vaghe, proponendo come risoluzione ai danni per il sovrannumero degli ungulati “metodi ecologici”e privilegiando le catture rispetto all'abbattimento.
“I cervi non sono il vero problema che è invece costituito dall'inadeguatezza di chi gestisce questi territori” sbotta Zanoni che poi spiega: ''personale impreparato, tecnici faunisti improvvisati, forestali obsoleti, operatori estemporanei ''fai da te'' a cui viene affidata l'informazione e l'educazione naturalistica - spiega Zanoni - sta portando al collasso anche una delle ultime aree naturali rimaste quasi intatte dopo il sacco edilizio e viario di questi ultimi 30 anni. Un approccio semplicistico e arretrato determina un unico rimedio, proposto in modo ripetitivo e morboso, cioè sparare e ammazzare sempre e comunque”.