In una nota
Enalcaccia ripercorre il complicato iter della caccia in deroga nel Veneto, a partire dal ritiro del provvedimento da parte dell'assessore Elena Donazzan in seguito all'ostruzionismo dei 5.000 emendamenti dei Verdi, una reazione in parte connessa al parere sfavorevole dell'Ispra riguardo ad alcune specie oggetto del provvedimento proposto inizialmente dalla Lega Nord quali cormorano, tortora orientale e passero.
In quell'occasione, fa notare Enalcaccia, sono state nuovamente consultate le associazioni venatorie, insieme a quelle ambientaliste ed agricole. L'enalcaccia in particolare fa sapere di aver depositato in data 6 agosto un documento con in quale auspicava l'inserimento del prelievo in deroga solo delle specie per cui il parere dell'Ispra fosse stato positivo e che l'approvazione fosse prevista con Legge regionale e non mediante delibera di Giunta, in quanto avrebbe potuto essere “agevolmente impugnato dagli anticaccia presso il Tar con il conseguente pericolo di annullamento”.
A queste preogative, dice Enalcaccia, hanno di fatto risposto anche altre associazioni venatorie (Acv, Anlc, Anuu, Arcicaccia, Eps) sottoscrivendo un documento unitario che oltre alle suddette condizioni chiedeva che il disegno di legge fosse impostato secondo le linee della guida interpretativa 79/409/CEE e che il testo venisse riportato in IV Commissione al primo settembre e portato poi in aula nella prima seduta utile successiva a questa data.
Secondo il parere dell'associazione venatoria si è perso tempo prezioso in sede di consultazioni preliminari e a causa dell'iniziativa della Lega Nord nel disegno iniziale . Secondo Enalcaccia la mancata sottoscrizione del documento unitario da parte di Federcaccia è la riprova che l'associazione “ha inteso in extremis salvarsi dall'isolamento nel quale era finita”. "Come si temeva, dunque, - spiega Enalcaccia - per evidenti problemi di natura politica in seno alla maggioranza, il Consiglio Regionale del Veneto, non ha più inserito all’ordine del giorno la discussione delle cacce in deroga per l’approvazione in legge, come avvenuto negli ultimi anni”.
La delibera approvata ieri dalla Giunta ora potrebbe essere oggetto di ricorso al Tar “con il rischio di bocciatura in breve tempo”, mentre se si fosse approvato il provvedimento con legge regionale, sottolinea Enalcaccia “la stessa dovrebbe essere impugnata innanzi alla Corte Costituzionale, in questo caso i tempi sarebbero molto lunghi”.
Enalcaccia auspica infine che “il mondo venatorio ritorni ad agire in modo unitario evitando l’appiattimento nei partiti politici, ma, difendendo la propria autonomia”.