La
sentenza di ieri del Tar non fa che sottolineare l'importanza dell'
unione dei soggetti coinvolti nel portare avanti le istanze che aiutano a migliorare a mantenere gli
equilibri della fauna selvatica anche verso la tutela degli interessi economici del comparto agricolo.
Contro l'opposizione alla delibera regionale sulla caccia in deroga a storno e tortora dal collare di Lav, Lac ed Enpa questa volta assieme ai cacciatorisi sono schierati anche gli agricoltori di Cia e Coldiretti, sollecitati da Arcicaccia, Federcaccia e Anuu Migratoristi.
Nell'esprimere la propria soddisfazione per l'esito della sentenza Coldiretti lancia però una polemica affermando che i vantaggi economici degli abbattimenti “vanno solamente ai cacciatori”.
"Poiché è interesse di tutti che l’agricoltura prosegua la sua attività di produzione di beni alimentari, di presidio e manutenzione del territorio, non si può chiedere – prosegue Coldiretti – ai soli imprenditori di farsi carico di costi per mantenere nell’ambiente una fauna che va a beneficio della collettività. E’ fondamentale perciò che vi sia una equa ripartizione del reddito che deriva dall’abbattimento di selvatici e contemporaneamente l’istituzione di un fondo apposito per risarcire tutti quei danni (pari a circa 3,5 milioni di euro) che oggi pesano solo sui redditi degli agricoltori".
L'associazione degli agricoltori quantifica i danni di storni e tortore nello scorso anno in Emilia: su tutte prevale la provincia di Reggio Emilia con 122.800 euro di danno, segue Ravenna con 92.600, Parma con 86.800, e poi Bologna 37.900 euro, Ferrara con 20.000, Forli'-Cesena con 38.000, Modena con 25.500, Piacenza con 6.300 e Rimini con 6.800 euro.
(Romagna Oggi)