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l Tar di Palermo ha accolto il ricorso ambientalista (avanzato da Enpa, Lav, Legambiente, Man e Wwf) sul decreto della Regione siciliana che ripristinava la caccia lungo le rotte migratorie e nelle Zps in seguito a due precedenti sentenze sul Calendario Venatorio che sottolineavano la mancata limitazione della caccia nelle zone definite da Natura 2000 da parte della Regione.
Il decreto dell'Assessore Cimino tentava di ovviare ai nuovi indirizzi del Tar asserendo in sostanza che le rotte migratorie concidessero con le aree già intedette alla caccia. Lo scorso 31 agosto il decreto è stato sospeso in attesa della sentenza definitiva di ieri.
Nella sentenza si legge “ritenuto che ad un primo esame, proprio della fase cautelare, sussiste il dedotto danno grave ed irreparabile in relazione al ricorso per motivi va accolta la domanda incidentale di sospensione dei provvedimenti impugnati in relazione:
-all’impugnato D.A.31 agosto 2009, nella parte in cui non prevede espressamente il divieto di caccia rispettivamente sia nei valichi montani interessati dalla migrazione dell’avifauna (art.21 co.2 L.R.33/97) sia nelle ZPS ove insistono comunque rotte migratorie;
-all’impugnato D.A. 7 luglio 2009 in quanto re-introduce, a differenza di quanto previsto nel D.A.15/4/09 e senza adeguata istruttoria, la possibilità del prelievo venatorio rispettivamente a) nei pantani della Sicilia sud-Orientale, ricadenti nei territori dei Comuni di Noto, Pachino e Portopalo di Capopassero (SR2), e b) nel Lago Trinità del Comune di Castelvetrano (TP2)”.
Pertanto la caccia è nuovamente vietata nelle suddette aree.
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