Dopo aver concesso spazio alla caccia attraverso alcune dichiarazioni di Dall'Olio e Veneziano, il Corriere della Sera corre ai ripari e dedica un lungo articolo a Sara Fioravanti, esperta legale del Wwf, che spiega come la caccia sia un privilegio concesso a pochi cittadini e un fastidio per tutti gli altri.
Se la Fioravanti, come lei stessa ammette, non concepisce il fatto che in Italia la caccia sia legata alla tutela della fauna, un concetto contenuto nei principi della 157 , definito dall'esponente del Wwf “un'assurdità”, non ci si può aspettare che comprenda – e con lei un elevatissimo numero di sedicenti ambientalisti – il valore umano, sociale e ambientalista di quella che è una filosofia di vita, che nella natura e nel rispetto della fauna stessa ha la sua essenza.
La caccia per la Fioravanti è al contrario “un grosso privilegio” concesso ai cacciatori “e ad uno sport - si legge nel testo - che non è uno sport ma un’attività ricreativa praticata da un infinitesimo degli italiani, e che però crea tantissimi fastidi, non solo agli animali, ma alle persone, agli agricoltori soprattutto, che devono sopportare il rumore dei fucili e il continuo passaggio dei cacciatori nei loro terreni”.
Un'anomalia tutta italiana, dice la Fioravanti ricordando inoltre come i cacciatori italiani abbiano la possibilità di cacciare anche nei cosiddetti giorni della pre – apertura “con gravi danni alla fauna migratoria – dice-” e di cacciare una trentina di specie. Moltissime se si pensa ad alcuni paesi europei in cui sono concesse solo 4 specie, fa notare Fioravanti.
Nonostante tutto ciò i cacciatori italiani, sbotta l'esperta di Wwf “vogliono sempre di più: più spazio, più specie, più tempi. Non contenti, fanno pressioni e riescono a ottenere che un senatore del Pdl, Franco Orsi, faccia un ddl estremista, anacronistico, che prevede il limite d’età abbassato a 16 anni e autorizza le Regioni a decidere quando e cosa cacciare in piena autonomia, con il rischio reale che invece di un unico calendario venatorio potremmo ritrovarci con 20 calendari venatori diversi e diversi elenchi di specie autorizzate o vietate”.
“Noi siamo per limitare ancora di più l’attività venatoria” conclude la Fioravanti - Abbiamo fatto presente la nostra posizione nelle audizioni in commissione. Ora il testo si porta dietro oltre duemila emendamenti e, appena tre giorni fa, la Conferenza delle Regioni l’ha bocciato. Una buona notizia”.