In una nota le associazioni ambientaliste Enpa, Lav, Legamente, Man e Wwf, protagoniste del ricorso al Tar contro il Calendario Venatorio siciliano, esprimono soddisfazione per la sentenza che ha invalidato l'ultimo decreto emanato dall'assessore all'Agricoltura Michele Cimino sospendendo il diritto di caccia nella maggior parte delle 29 Zps siciliane.
“In sostanza – dichiarano le associazioni - da oggi è vietata qualsiasi attività venatoria in tutte le aree di pregio ambientale indicate dalle direttive CEE come ZPS - tra cui le Isole di Ustica, Marettimo, Levanzo, Pantelleria, Alicudi, Filicudi, Stromboli, Salina, Linosa e Lampedusa - interessate dalla migrazione degli uccelli, nonché nelle aree umide della Sicilia sudorientale: “Pantano Morghella, Pantani della Sicilia Sud Orientale e Pantano di Marzamemi” (Siracusa)”.
O per lo meno, come puntualizzano gli ambientalisti “fino a quando la Regione non disciplinerà adeguatamente la tutela delle rotte migratorie". Nel frattempo "l’esercizio della caccia in tutte queste ZPS interessate dalla migrazione dell’avifauna da oggi costituisce reato punito con le sanzioni penali previste per l’attività venatoria nelle aree protette ed in periodo non consentito (art. 30, Legge 157/92)”.
“Le Associazioni ambientaliste ed animaliste, infine – è scritto sul sito della Lav di Palermo - auspicano che i competenti Organi di vigilanza e le Forze dell’Ordine si attivino con adeguati servizi di controllo e prevenzione, affinché venga garantita la piena esecuzione delle ordinanze del TAR, non fosse altro perché l’abusivo esercizio della caccia costituirebbe grave danneggiamento del “patrimonio indisponibile dello Stato” costituito dalla fauna”.