In America tra i maggiori sostenitori delle misure a tutela dell'ambiente portate avanti dall'amministrazione di Obama ci sono i cacciatori e i pescatori. Venti gruppi nazionali di categoria si sono dimostrati seriamente preoccupati per la sorte degli ambienti naturali e si sono così uniti nell'intento di salvaguardarli sollecitando, tramite una lettera ai senatori, l'approvazione della legge in Senato per la riduzione delle emissioni di gas nell'atmosfera.
La pressione di questi gruppi potrà essere determinante a livello politico visto che in America cacciatori e pescatori muovono milioni di voti soprattutto tra i Repubblicani, propensi, almeno fino ad ora, ad osteggiare le limitazioni contenute nella riforma perchè più vicine agli interessi delle industria.
I cambiamenti climatici determinano conseguenze dirette anche sulla fauna. Una delle preoccupazioni dei cacciatori americani è per esempio che la selvaggina non migri a sud nel momento in cui gli stati settentrionali diverranno più caldi. "Se esci e vai a caccia allo stesso momento nella stessa stagione e nello stesso posto tutti gli anni, comprendi i cambiamenti che stanno avvenendo", dice Jeremy Symons, vice presidente senior della National Wildlife Federation, che conta 420mila iscritti allo sport in 46 stati.
Non è una lotta facile. Queste associazioni si trovano a doversi confrontare con le potenti lobby dell'industria del carbone e de petrolio che invece spingono per alleggerire i controlli obbligatori sull'inquinamento.
La riforma sul clima è uno dei punti forti del programma di Obama, il presidente stesso mira all'approvazione della legge prima del vertice mondiale di Copenhagen sui cambiamenti climatici in programma il prossimo dicembre.