Dopo il pronunciamento del Tar sul calendario venatorio, gli ambientalisti insi
stono sull'interpretazione della sentenza in senso restrittivo e sulla conseguente chiusura della caccia in Abruzzo. “L'Assessore alla Caccia farebbe bene a rispettare le sentenze dei tribunali - si legge sul notiziario Primadanoi.it -, poiché nel nostro Paese vige ancora la divisione dei poteri” dichiara il presidente di Animalisti italiani Walter Caporale rispondendo alle dichiarazioni dell'assessore alla Caccia Mauro Febbo che ha ribadito l'attuale validità del Calendario venatorio, eccezion fatta per la caccia alla starna.
“Il Tribunale amministrativo regionale – continua Caporale - ha confermato l’irregolarità di alcune norme dello stesso Calendario Venatorio, gli aspetti e le anomalie riscontrate dal Tar renderebbero necessarie numerose modifiche, che di fatto rendono ben difficile rifare un Calendario Venatorio in poco tempo nel rispetto delle indicazioni dell’Istituto Superiore di Ricerca Ambientale (Ispra).
Soprattutto per ciò che riguarda le documentazioni, mancanti ed inesistenti, dei dati sulle popolazioni delle specie stanziali”.
"Da sempre sono rispettoso delle leggi del nostro Stato e delle sentenze ma le leggi e le sentenze non vanno interpretate ma applicate", replica infine l’assessore Febbo.
"Ribadisco, pertanto, qualora non fosse ancora chiaro, che il TAR ha solo dichiarato la sospensiva del calendario venatorio in relazione alla caccia alla starna ed al tempo stesso, ha richiesto chiarimenti per la caccia alla lepre ed al fagiano. Come, del resto, si può evincere dalla circolare del dirigente del settore e dell’avvocatura regionale inviata alle Provincie ed agli ATC, gli ambiti territoriali di caccia. La sentenza del TAR è partita dal presupposto della mancanza di dati scientifici, lacuna che esiste dal 2004 e che non può certo essermi imputata. In ogni caso, la stiamo colmando attraverso lo strumento del Piano faunistico regionale che abbiamo affidato all’Arssa e che quindi non ci costerà nulla".
A Caporale, presidente del gruppo dei Verdi in consiglio, Febbo replica: "forse si dimentica che il suo partito è stato cancellato dal Parlamento italiano per i danni dovuti al suo integralismo, superato dai tempi e dalla storia".
"Il mio assessorato – sottolinea nuovamente Febbo - sta finalmente ridando dignità ai cacciatori, veri amanti dell’ambiente, ed il giudizio sul nostro operato, lo daranno i cittadini fra quattro anni. Quel che posso confermare è il giudizio altamente positivo che hanno espresso tutte le organizzazioni professionali che lavorano fattivamente con l’assessorato, per dare risposte al territorio in termini economici e finanziari. Le scelte venatorie – prosegue - sono state fatte invitando al tavolo di confronto tutte le associazioni di cui le leggi prevedono la presenza e che forse non fanno parte della sua corrente partitica".