Così come sta avvenendo in Toscana, anche nella regione Marche si pensa a modificare la legge regionale sulla caccia. Il testo della proposta è già al vaglio della commissione competente e presto sarà esaminata dall'aula. Sulla falsa riga delle posizioni già assunte in merito alle modifiche nazionali definisce il testo un “complesso di norme estremiste e in alcune parti illegittime” in quanto contrasterebbero il principio di tutela della biodiversità.
Nel dettaglio, secondo l'associazione ambientalista la proposta violerebbe il principio costituzionale di competenze esclusive dello stato in tema di protezione ambientale a dettare standard minimi e uniformi ai sensi degli articoli 117 e 118 della Costituzione Italiana.
In particolare si ridurrebbe il territorio regionale soggetto a pianificazione faunistico-venatoria, verrebbero ristrette quasi del tutto le zone a divieto di accia e cancellato il divieto di esercitare l'attività venatoria nelle Oasi, nelle Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC) e nei centri pubblici di riproduzione della fauna. Inoltre, sempre secondo quanto denunciato dal Wwf, verrebbero ampliati i periodi di caccia di molte specie prevedendo l'apertura il primo settembre e incentivate le catture illegali degli uccelli da richiamo. Infine verrebbero sottratte risorse alle Provincie per essere distribuite agli ATC.
Secondo il Wwf la regione sta “ideando una sorta di licenza di sterminio della fauna selvatica”, pertanto l'associazione chiede la rivisitazione del testo avviando un lavoro condiviso tra le parti sociali interessate invitando a “mettere da parte le esigenze di una minoranza per prediligere gli interessi e le istanze della maggior parte dei cittadini che si sono dimostrati ampiamente contrari alle proposte di modifica della legge sulla caccia”.