La
Provincia di Verona ha tenuto una conferenza stampa sul
problema dei cinghiali e dei danni all'agricoltura. “Nonostante le segnalazioni e le proteste degli agricoltori – è stato enunciato dall'assessore alle Politiche del Settore Faunistico Luca Coletto - e
operazioni di eradicamento (leggi abbattimento) del cinghiale non sono una questione di facile soluzione in Veneto.
Non essendo una specie cacciabile nella nostra area, per attuare il controllo sul proliferare della specie c'è bisogno di provvedimenti mirati. Per questa casistica esiste una direttiva europea, il cosiddetto 'Pacchetto igiene' del 2004, che elenca cosa fare nel caso di contenimento della selvaggina selvatica”.
La Provincia ha ricordato che nel 2006 ha emanato un programma quinquiennale per l'eradicazione della specie supportato da un piano di interventi in base ad alcuni criteri di riferimento e che predisporrà presto una delibera per stabilire ulteriori modalità di intervento allertando nel frattempo la Polizia Provinciale ad intervenire con abbattimenti laddove si manifestano seri problemi.
“In aggiunta a questi provvedimenti – fanno sapere gli amministratori provinciali - , va ricordato che alcuni sindaci hanno emesso ordinanze di cattura e abbattimento degli animali allo stato brado, provvedimenti che hanno la durata di 45 giorni. Lo hanno già fatto i Comuni di Bosco Chiesanuova, Roverè veronese e Verona.
L'assessore Coletto ha poi dichiarato “Per effetto dell'ultima delibera della Regione Veneto, la Provincia è inerme di fronte al problema dei cinghiali. Il problema da noi è reale, con notevoli danni per l'agricoltura, ma non ci sono centri specifici autorizzati per la macellazione dei capi abbattuti in regime di controllo delle specie nocive. Sul territorio veronese i danni provocati da questi animali sono evidenti, e finiscono tutti a sfavore dei coltivatori che per legge non sono nemmeno risarcibili. Chiediamo che la Regione apra finalmente la caccia al cinghiale per consentire a noi di dare risposte concrete al territorio”.
(L'Arena)