La regione Umbria, tramite l'assessore Lamberto Bottini, annuncia ai cacciatori l'avvio degli appositi centri di raccolta per i cinghiali abbattuti in attesa di inviare le carcasse per i controlli sanitari previsti dai regolamenti comunitari. Un'innovazione che permetterà, secondo quanto appreso dalla regione, di “valorizzare un patrimonio, evitando, allo stesso tempo, di attivare percorsi commerciali che possono sfuggire anche al controllo sanitario''.
I centri di raccolta rispondono all'esigenza di una “sosta” per le carcasse nell'attesa di confluire le carni negli appositi centri di lavorazione autorizzati, saranno ben identificati e funzionali al luogo di abbattimento e dotati di una cella frigorifera di idonea capacità. Nei centri di raccolta dovrà essere garantita la rintracciabilità delle carcasse, attraverso un registro di carico e scarico dei capi conferiti. Sono tre gli impianti - a Gualdo Tadino, Massa Martana e Terni - che stanno mettendo a punto le strutture per essere riconosciuti come Centri di lavorazione di selvaggina.
L'assessore Bottini ha sottolineato che questa nuova procedura consentirà inoltre di vendere i cinghiali abbattuti durante il prelievo selettivo e di destinare gli introiti al risarcimento dei danni e alla prevenzione degli stessi. Secondo i piani di prelievo autorizzati saranno 2.500 i capi da abbattere nel perugino e 1.000 nel ternano. A questi capi si aggiungono i 10 mila e i 5 mila cinghiali che verranno prelevati durante la stagione venatoria.